Il gioco delle verità di “Festen” approda al Teatro Fontana di Milano
“Non potrai mai fare due volte una buona prima impressione.”
Il Teatro Fontana di Milano ha riaperto e lo slogan che porta con sé è “Pronti a partire!”, così come tutto il suo pubblico ha già provveduto a tornare in sala. Dal 18 al 27 giugno lo spettacolo in scena è “Festen. Il gioco della verità”, tratto dal film scritto e diretto da Thomas Vinterberg, regista e sceneggiatore danese, che nel 1998 ha vinto con questa pellicola il Premio della Giuria al Festival di Cannes.
“Festen” racconta la storia di una famiglia borghese, i Klingenfeldt, che si riunisce per il sessantesimo compleanno del capofamiglia Helge; un traguardo importante, che sarà anche l’occasione imperdibile di svelare segreti inimmaginabili che andranno a sconvolgere per sempre gli equilibri familiari, distruggendoli completamente.
Nella versione e adattamento teatrale italiano di Lorenzo De Iacovo e Marco Lorenzi la storia parte dal pubblico, così gli attori si schierano sul palco e chiedono ai presenti di scegliere per alzata di mano: esistono due copioni di questo spettacolo, uno verde e uno giallo, quale metteremo in scena? Probabilmente nessuna delle due scelte sarà indolore.
Citando dapprima una fiaba dei fratelli Grimm, quella di Hansel e Gretel, si passa alla realtà dei fratelli riuniti per la festa del padre insieme ad altri invitati. L’immensa casa dei Lingenfeldt circondata dal bosco fa da scenario a rapporti che solo all’apparenza sembrano sereni. Si assiste all’arrivo dei figli: dal primogenito Christian, seguito da Micheal con la moglie incinta Mette e infine Helene. Una festa intesa come momento ilare e spensierato porta al suo interno inquietudine e rancore, che ben si percepisce dietro ai sorrisi e agli sguardi dei protagonisti. Cosa si nasconde all’interno di quella famiglia? Di sicuro quella festa sarà il momento ideale per far uscire la verità, il momento della resa dei conti.
“And you sang / sail to me, sail to me / let me enfold you / here I am, here I am / waiting to hold you” – “Song to the siren” – Tim Buckley
In scena ben nove attori, guidati da una regia interessante ed efficace, a opera di Marco Lorenzi, che riesce a ricreare un’atmosfera cinematografica sul palco del teatro, così che gli spettatori si trovano catapultati in una doppia dimensione che si amalgama perfettamente. Tutto questo è reso possibile anche grazie a Eleonora Diana e Giorgio Tedesco, che curano insieme le luci Link-Boy e separatamente il visual concept e il sound design.
Una nota lodevole va alla parte musicale che vede momenti di musica dal vivo e attimi corali, un buon risultato dalla consulenza musicale e il vocal coaching di Bruno De Franceschi.
Prove degne di nota quelle del cast, che vede in scena Danilo Nigrelli (il padre), Irene Ivaldi (madre), Roberta Calia (Mette), Yuri D’Agostino (Helmut), Elio D’Alessandro (Christian), Roberta Lanave (Pia, Linda), Barbara Mazzi (Helene), Raffaele Musella (Michael), Angelo Tronca (Kim, Nonno).
Uno spettacolo che funziona e appassiona dall’inizio fino alla fine, che rivela la fragilità del confine tra apparenza ed essenza e di come il gioco della verità sia pericoloso. Quando viene messo in atto non risparmia proprio nessuno.
Da vedere.
Roberta Usardi
Fotografia di G. Distefano