“Il diavolo a rovescio” – Il romanzo storico di Sabrina Caregnato
“…perché si de’ punir donna o biasimare,/che con uno o più d’uno abbia commesso/quel che l’uomo fa con quante n’ha appetito/e lodato se ne va, non che impunito?” – Ludovico Ariosto –
Avete mai sentito il profumo proibito di preparati alchemici, del sudore stantio che ammorba l’ambiente e i cortinaggi del baldacchino annodati alle colonne del letto, delle spezie, delle strade nella laguna – dove l’acqua scura lambisce la pietra delle costruzioni e il legno delle imbarcazioni – o l’odore muschiato del sesso che ristagna nelle alcove? Avete mai visto le terre brulle dei feudi in Abruzzo nel lontano 1500, abitate da animali selvaggi e bracconieri, le strade di Venezia, laguna cosmopolita, libertina e libera e moderna – gli sfarzi delle costruzioni, dei tessuti, degli ornamenti e dei festeggiamenti? E ancora, le opulenze dei gioielli e la lussuria che trasuda dalla carne?
Nel libro “Il diavolo a rovescio” di Sabrina Caregnato (libro/mania, pp. 346, euro 15), tutto ha origine dall’amplesso tra la baronessa Marianna e il cugino ecclesiastico; fino a giungere alla data della sua morte. Siamo nell’Italia del tardo Rinascimento, in Abruzzo nel marzo del 1572, data in cui i figli devono fare i conti con la crudeltà del barone che ha occhi solo per il primogenito, e che ha deciso arbitrariamente il destino di tutti gli altri, in un intreccio di crimini partenze e opportunità fortuite che offrono la possibilità di intraprendere nuove strade. La morte e poi il viaggio saranno fautori di una sorta di rinascita. La fine e poi l’inizio. Sarà proprio un viaggio che segnerà Fadrì, il secondogenito, nel profondo, svezzandolo da quel limbo domestico in cui è sempre vissuto e tuffandolo in una sorta di voragine di emozioni e desideri, a cui non è avvezzo e di cui ha timore, ma da cui paradossalmente si sente attratto quasi senza libero arbitrio. Poi l’improvviso ritorno, che vede un personaggio diverso durante la traversata che resta lì, sospesa, lasciando il lettore attonito, desideroso di voler conoscere il seguito.
Un romanzo storico in cui ha un ruolo magistrale la descrizione dei personaggi, dalle fattezze fisiche a quelle caratteriali, che ci proietta in una dimensione parallela, facendoci leggere un libro dal linguaggio ricercato, raffinato e perfettamente calibrato al contesto narrato.
Marisa Padula