“Il condominio” – L’ultimo romanzo di Enrica Bonaccorti
“Ma per quanto capaci di condannare gli altri, siamo sempre più bravi ad assovere noi stessi.”
Il 24 ottobre 2019 è uscito in libreria il romanzo di Enrica Bonaccorti “Il condominio” (Baldini+Castoldi 2019, pp. 192, euro 17), una storia ironica e interessante.
“Se si è liberi da problemi economici, da angosce erotiche e da slanci umanitari, sei il re del tuo tempo.”
Il protagonista del romanzo è Cico, o meglio, Francesco Maria Von Altemberger, che costituisce un mondo a parte, solitario, riservato, a suo dire incapace di provare emozioni o qualsiasi tipo di empatia. Proveniente da una famiglia facoltosa, Cico non lavora, ma vive di rendita e ha trovato la sua tana di 28 mq sulla terrazza di un condominio, una vecchia lavanderia risistemata e resa monolocale; insieme a lui vive la tartaruga Ada (diminutivo di Adalberto o Adalgisa a seconda dei casi) e pur essendo un uomo con le caratteristiche sopra elencate, è una sorta di attrazione per gli altri inquilini del condominio. Cico si ritrova così involontariamente a fare da ascoltatore a svariate vicende e anche ad apprendere pettegolezzi non richiesti. Insomma, nonostante la personalità chiusa e assolutamente disinteressata, Cico sa tutto di tutti. Nonostante la dura scorza che si ritrova, detiene un’educazione rigorosa e ineccepibile, che è proprio una delle qualità che lo rendono così il confidente perfetto degli altri inquilini.
“La forma è un muro trasparente contro cui s’infrangono le richieste più indisponenti, le parole più sgraziate. Quando domini la forma, ti puoi sempre salvare.”
Cico è testimone di intrecci, litigi, affronti degli altri coinquilini, cosa che gli sta bene fintanto che il suo rifugio e il suo spazio rimangono circoscritti e non accessibili a chiunque; il giorno in cui incombono dei lavori sul terrazzo a causa di alcune perdite d’acqua, Cico si vede costretto ad assentarsi per qualche giorno e questo comprometterà il fine e comodo equilibrio a cui era abituato…
Sai cosa diceva in una sua commedia Eduardo ogni volta che si presentava un problema? “E chi ti dice che sia una disgrazia?”
Il romanzo concentra in un condominio di tre piani e un terrazzo tutti gli avvenimenti, appare un mondo a parte in cui la vita sembra esserci solamente all’interno delle case di chi ci vive e dalle tempeste che vi accadono. La voce narrante di Cico è distaccata, obiettiva, non pone giudizio su quello che accade e neanche su quello che gli viene raccontato. Nonostante la sua decisione di rimanere fedele e uguale a se stesso, apparentemente senza alcuna sofferenza, viene costretto a modificare le sue carte in tavola; la sua incapacità di provare empatia incuriosisce, anche se è qualcosa nata e cresciuta con lui, forse un’arma di difesa emersa spontaneamente contro le delusioni, le emozioni, il dolore.
“Perché abbandonarsi alla sofferenza come se fosse inevitabile? Invece è semplice: se qualcuno ci fa soffrire, basta potare. Come gli alberi, come le rose, che tornano a nuova vita se elimini rami inutili e foglie secche.”
Un romanzo con un punto di vista peculiare, ma che aiuta a vedere in modo disincantato i modi di comunicare e quanto sia imprevedibile la vita.
Roberta Usardi