“I racconti dell’Esquire” di Francis Scott Fitzgerald
“Si può misurare la temperatura e nutrirlo, ma cosa si può fare quando lo spirito di un uomo è morto?”
Dal 1936 al 1940, i suoi ultimi anni di vita, Francis Scott Fitzgerald pubblicò diciotto racconti per l’Esquire che la Lorenzo de’ Medici Press raccoglie per la prima volta in un unico volume, con la traduzione in italiano di Silvia Rotondo. L’Esquire è un importante rivista maschile di quegli anni, in formato oversize e stampato su carta lucida, data in omaggio nei negozi di abbigliamento maschile, nelle edicole e nelle tabaccherie
Questi racconti sono degli scritti su commissione, che seguono canoni precisi di lunghezza; racconti brevi quindi, con cui Fitzgerald mostra ancora tutta la sua inventiva creativa e la sua abilità descrittiva, nonché tutti quei processi psicologici e introspettivi in grado di catturare l’attenzione del lettore. Tutto ciò, a seguito dell’uscita dei suoi romanzi più famosi e della malattia della moglie Zelda.
Gli argomenti trattati sono tra i più disparati, sono racconti di animali, ad esempio dal punto di vista dell’animale stesso, che iniziano con una dose di ironia per terminare con un finale amaro o malinconico; sono storie sagaci da cui si evince la grandezza e la maestria di chi scrive. È raccontata la musica, la guerra in maniera vera o fittizia, la dipendenza dall’alcol, la vecchiaia e così via. Ogni racconto presenta all’inizio la stampa della copia così come appariva originariamente sull’Empire, e il piccolo volume è corollato da foto di Fitzgerald affascinante ed elegante, mentre fuma o con un libro in mano.
“I racconti dell’Esquire” sono una chicca da non perdere per gli appassionati, ma anche per chi non conosce ancora Francis Scott Fitzgerald e vuole cominciare proprio da qui!
Marianna Zito