HUNDRED TOASTS alle Carrozzerie not di Roma
Venerdì 27 ottobre, le Carrozzerie n.o.t hanno ospitato, per la 11a edizione di Teatri di Vetro, Hundred Toasts, una performance straordinariamente coinvolgente realizzata dal collettivo, di stanza a Lubiana, Via Negativa.
Ispirato al pensiero del filosofo tedesco Boris Groys secondo cui l’artista contemporaneo non è più colui che produce un oggetto ma colui che decide di fare un determinato uso di uno specifico oggetto, lo spettacolo, ideato da Anita Wach e Bojan Jablanovec, è una doppia celebrazione: la fine dell’idea romantica di artista produttore-creatore viene fatta corrispondere alla celebrazione della nascita dell’artista-consumer.
Al centro di una sala, sul pavimento, sono collocati bicchieri di vino e piccole fettine di dolci la cui disposizione va a raffigurare un quadrato colorato, goliardico e perfetto. Allo spettatore viene dato un bicchiere pieno di vino, alcuni piccoli fogli bianchi su cui sono scritti un numero con delle riflessioni e brevi istruzioni: la performance inizierà con 6 brindisi il cui argomento verrà scelto da Anita; successivamente, dal numero 7, l’artista chiamerà un numero a cui corrisponde un determinato pensiero che dovrà essere letto dallo spettatore che possiede il foglio con quel numero. Ad ogni riflessione letta ad alta voce corrisponde un brindisi – 100 brindisi – da compiere in concerto: con l’artista e per l’artista; con il proprio corpo e per se stessi; con tutti e per tutti gli altri spettatori.
L’azione performativa inizia: il nuovo artista consumatore è davanti ai nostri occhi e ci chiama a bere, a guardare, ad ascoltare. I suoi movimenti, all’interno della scenografia, sono calcolati e precisi; sul ritmo della musica, disegnano coreografie da balletto classico la cui leggiadria ipnotizza ma non tarda a svelare la propria energia e violenza: i piedi calpestano i dolci e le mani rovesciano i bicchieri di vino. Le sue parole sono precise e taglienti come il resto del suo corpo, che sempre più si denuda, portandoci a pensare e a bere per non pensare.
Ognuno dei presenti si ritrova coinvolto nella celebrazione con un ruolo attivo, dai tratti ironici ed inaspettati: da spettatore, diventa attore; da uditore, decantatore; da colui che osserva l’oggetto di consumo a istantaneo consumatore.
L’azione del consumare, quindi, è il filo conduttore che, non solo, assicura la riuscita della performance faccendone emergere il concetto filosofico su cui è stata strutturata, ma anche quel collante che mentre unifica la platea, la conduce a focalizzare il proprio corpo e la propria attenzione su tematiche attuali e fondamentali: il ruolo dell’arte nella società contemporanea; la crisi economica e morale; la bellezza sacrale della vita in tutte le sue manifestazioni, anche in quelle più imperfette e dolorose.
La figura d’artista che Via Negativa ci propone con questo spettacolo è quella di colui che, con spirito provocatorio e dissacrante ma mai naive, sperimenta nuove forme di espressione, riduce l’atto performativo ai suoi elementi base, crea una diretta relazione con l’osservatore esplorandone, in tal modo, l’esistenza e l’essenza.
Eleonora De Caroli