Hopper in scena al Teatro Garibaldi di Bisceglie
“Una novella visiva, senza trama e senza finale, direbbe Cechov, una porta semiaperta per un istante su una casa sconosciuta e subito richiusa.”
Buio. Una donna vestita di rosso con una voglia graffiante di arrampicarsi, forse alla vita? E ancora buio. Così si presenta l’opera teatrale diretta da Alessandro Serra con gli attori Francesco Cortese, Riccardo Lanzarone, Maria Rosaria Ponzetta, Emanuele Pisicchio e Giuseppe Semeraro andata in scena presso il Teatro Garibaldi di Bisceglie all’interno della rassegna Maestri e Margherite.
Frame si inspira all’universo pittorico dell’artista statunitense Edward Hopper.
“Nei suoi quadri non vi è alcuna intenzione morale o psicologica” – spiega Serra – “egli semplicemente coglie il quotidiano dei giorni. Opere straordinarie compiute attraverso l’ordinario. Quanto più consuete sono le ambientazioni, abitate da figure semplici, tanto più si rivela la magia del reale.
Non c’è tempo per descrivere, tutto accade in un soffio. In un soffio si rappresenta la verità interiore”.
Alessandro Serra porta in scena uno dei pittori più estetizzanti del Novecento riscoprendo effetti sonori duri e forti, ricreando i quadri più importanti dell’artista. Sul palco due sono i maggiori protagonisti: il silenzio e la luce, un connubio perfetto, un binomio inscindibile per raccontare frammenti di vita quotidiana, spezzata, vissuta e violentata. Si creano immagini sublimi e poetiche in grado di smuovere emozioni forti, vibranti, ma il tutto amplificato da effetti e giochi di chiaro scuro che danno la possibilità allo spettatore di vivere l’immagine. Il regista, inoltre, compie un’altra scelta ancora più audace quella di non far parlare gli attori, chiudendoli nell’immagine che stanno creando, in silenzio danno vita alla bellezza ed è proprio il silenzio a risuonare più forte a costringere lo spettatore a concentrarsi sulla bellezza e sull’immagine creata in scena. Il silenzio fa da eco alla solitudine e all’incomunicabilità, che regna sovrana in FRAME.
Annarita Amoruso