Giuseppe Franza racconta il calcio nel romanzo “Cagliosa”
Questo è un romanzo che parla di calcio, quello vero, sporco, sudato, giocato dagli ultimi in ultima categoria, la Terza Categoria Provinciale, dopo di questa non c’è più niente, non si può neanche retrocedere. Qui non ci sono grandi campioni e la sportività e la lealtà in campo non sono i valori più importanti, ma del resto sfido chiunque a non dire lo stesso della serie A.
Come se fossimo un pallone, Giuseppe Franza l’autore del romanzo “Cagliosa” (Ortica editrice, Collana Le Erbacce, pp. 322, euro 16), ci butta in mezzo alla mischia, magari proprio al novantesimo minuto con una botta esagerata, un tiro che non si era mai visto prima, di una potenza inaudita, una CAGLIOSA per intenderci, un modo tutto napoletano per descrivere un tiro imparabile. Da qui il titolo del libro. Questo è un romanzo di formazione. Ci racconta la storia di un ragazzo di periferia, giocatore centravanti della RIONE INCIS CLUB, una squadra di Ponticelli, un quartiere non propriamente tranquillo di Napoli. Conosciamo Giovanni detto Vangò perché rosso di capelli e uguale per questo al pittore Vincent, che se poi hai fatto il liceo artistico, quindi sei un mezzo artista mancato, il nomignolo ti è per sempre attaccato addosso. Per tutto il libro impariamo a capire ed amare il giovane Croce, la sua buona volontà nell’affrontare una vita non proprio facile, i suoi drammi familiari e le sue storie d’amore. Un ragazzo come tanti che si arrabatta per tirare avanti e si divide tra il lavoro, non sempre onesto, gli amici, la fidanzata e il pallone. Questo è un romanzo che parla della vita in periferia nelle grandi città, di come sia difficile crescere in certi contesti contrapposti anche a quartieri delle Napoli bene. Ci sono tante voci e tante storie raccontate in questo libro, è un affresco corale dove a farla da protagonisti sono i giocatori della INCIS, con le loro disavventure, gli scherzi e le incomprensioni e gli immancabili nomignoli, l’allenatore fissato con i suoi schemi, il presidente dalle mani tirate e la giornalista Damiana dai sogni nel cassetto, che diventerà musa ispiratrice di Giovanni. Perché questo, è anche un romanzo d’amore, una storia nata troppo in fretta tra un’intervista e un approccio sbagliato, cresciuta tra le sale del museo archeologico di Napoli. Una storia che però ha tutta l’innocenza delle prime infatuazioni, lei è bellissima e lui non può fare altro che guardarla, come se non esistesse nessun’altra tanto da provare a cambiare per lei e per un futuro insieme.
E dopo tutto questo “Cagliosa” è un romanzo insolito, che usa un linguaggio diviso a metà tra l’italiano e il napoletano parlato. Con l’autore ci troviamo davvero in mezzo alle strade, tra i campi di pallone, negli spogliatoi degli stadi. Parliamo la lingua vera, quella vissuta, quella che cambia con le generazioni e che non è mai la stessa. Un libro da leggere tutto d’un fiato, correndo dietro a un pallone per ventidue capitoli, tanti quante sono le giornate di campionato. Perché così come i tifosi sugli spalti noi siamo il famoso dodicesimo uomo e per tutto il girone di andata non possiamo che chiederci come andrà a finire ogni partita, il torneo tutto e la vita di questo giovane uomo di periferia.
Antonio Conte