“GAS MOLECOLE VITA. CHI SIAMO, DOVE STIAMO ANDANDO. SEI LEZIONI DI UN PREMIO NOBEL” DI GEORGE WALD
“Gas molecole vita. Chi siamo, dove stiamo andando. Sei lezioni di un premio Nobel” (add Editore 2019, pp.126, 12 euro) è il libro che raccoglie le Massey Lectures, sei lezioni radiofoniche tenute nel 1970 dal premio Nobel per la Medicina George Wald. L’intero libro rispecchia la duplice natura del suo autore, quella di scienziato, noto per aver scoperto la struttura della vitamina A negli occhi e come essi interagiscono alla luce e, quella di uomo socialmente impegnato che lotta pubblicamente per la fine della guerra in Vietnam. Le conferenze affrontano temi diversi, il cui filo conduttore è la scienza e la sua natura flessibile che, pur non fornendo sempre le risposte corrette, considera tutte le risposte possibili come mezzo per arrivare alla conoscenza. È in questa ottica che la scienza rappresenta un tentativo di comprendere la realtà e rispondere a domande come “Da dove veniamo? Cosa siamo? Dove andiamo?” che ogni uomo si pone e a cui – secondo Wald – la scienza offre le risposte più sicure. Le prime quattro conferenze vertono sulla nascita dell’universo, la vita, la morte e il ruolo dell’uomo nel cosmo. Le ultime due invece, cercano di dare delle risposte.
Chi si approccia alla lettura di questo libro convinto di trovare lezioni a carattere scientifico dense di termini altisonanti, resterà di sicuro sorpreso. I temi affrontati sono di certo complessi ma Wald li rende accessibili anche alle persone estranee al settore, accendendo una curiosità tale nel lettore che non accennerà a diminuire neanche dopo aver voltato l’ultima pagina. Ogni conferenza si trasforma in un’occasione per riflettere, arricchita inoltre dai ripetuti riferimenti letterari, filosofici e spirituali. Wald ci introduce a quella che è la sua religione, laica e scevra di elementi sovrannaturali che, tuttavia, non esclude la Bibbia ma, a differenza della quale, anziché fornire domande, fornisce risposte. Possiede la straordinaria capacità di ridurre fenomeni complessi a informazioni chiare e semplici che hanno un riscontro pratico nella vita di tutti i giorni e, partendo da esempi ispirati al mondo animale o tratti dall’origine dell’universo, analizza i concetti di vita e morte, enfatizzando come siano inestricabilmente intrecciati. A tal proposito, colpisce la sua dichiarazione: “Trovo toccante il fatto che le stelle debbano morire affinché altri organismi possano vivere, ed è tutto parte della profonda armonia delle cose del nostro universo”. Il fulcro dell’universo – secondo il pensiero di Wald – è l’uomo, visto come un insieme di molecole organizzato che deve essere sempre orgoglioso della specie a cui appartiene e che “non deve cercare una dignità pretestuosa poiché il posto che occupa in natura gliene conferisce a sufficienza”. L’autore – che nelle prime quattro conferenze lascia emergere il suo sapere come “uomo di scienza” – nell’ultima parte del libro rivela il suo lato più “umano”, preoccupato per l’inquinamento, la sovrappopolazione, il presagio di una guerra nucleare e per una politica che, allora come oggi, non sembra essere in grado di affrontare questi problemi.
Ho amato ogni singola pagina di questo libro perché è una lettura leggera ma stimolante e ho amato il linguaggio usato, perché pur essendo semplice, non cede mai il posto alla banalità. Ma è all’insegnante George Wald che va tutta la mia stima, sia per la straordinaria abilità narrativa, sia per la sensibilità mostrata nei confronti dei suoi studenti, di cui riesce a cogliere l’irrequietezza generata dall’incertezza di avere un futuro, ma rispetto alla quale è disarmato, perché sa di non poterli tranquillizzare.
Sara Pizzale