Dietro le tendine? C’è chi dice no…
Noto per essere l’unico contributo al realismo oggettivo sociale, “Attraverso le tendine” di Carmen Martín Gaite – edito da Voland per la Collana Amazzoni (2020, pp.272, euro 17) – narra lo scorrere placido della vita di un gruppo di ragazze negli anni successivi al dopoguerra civile spagnolo. Le loro giornate, piatte almeno quanto le loro vite, trascorrono tra discorsi futili e primi amori, nell’attesa di realizzarsi come mogli e madri. Prova a scuoterle dal loro torpore Pablo Klein, il nuovo professore di tedesco del loro liceo che, insofferente alla vita stagnante di provincia da cui era fuggito anni prima, prova a dare alle ragazze una nuova chiave di lettura del loro futuro e forse anche un nuovo modo di essere donna. A scontrarsi con il professore ci sono i pregiudizi di chi vorrebbe le donne relegate dietro le tendine di una finestra, con lo sguardo rivolto verso qualcosa che poteva essere ma per cui non sono ancora pronte. Magari soltanto perché così vengono educate. Rinunciare agli studi è solo il primo passo verso una serie di privazioni che le ancorerà per sempre dietro una finestra in cui una realtà diversa è concesso sognarla ma non viverla.
La prosa della Gaite, fluida ed essenziale, diventa potentissima quando a parlare è la più piccola delle ragazze, l’unica ad alzare la testa e a esprimere il suo dissenso nei confronti del volere paterno, verso cui userà parole taglienti come una lama: “Gli ho detto che, se devo diventare una donna rassegnata e ragionevole, preferisco non vivere”. Tenta di essere compresa e consolata ma il senso di oppressione provato è così fuori controllo che, tra le lacrime, si abbandona a una confessione dalla quale non potrà più tornare indietro e che la risparmierà a un destino che ormai sembrava scritto. È così che dice no, ed è così che si salva.
Sara Pizzale