Arriva per Voland “Gli aerostati” di Amélie Nothomb
“Di conseguenza, leggere a quindici anni ‘La Metamorfosi’ fu una rivelazione. Svegliarsi una mattina trasformati in un gigantesco scarafaggio: già, era esattamente così. Negli altri romanzi gli adolescenti erano degli impostori: venivano descritti solo i superstiti della battaglia della Somme. Prima di Kafka nessuno aveva osato dire che la pubertà è una carneficina”.
Il nuovo libro di Amélie Nothomb
“Gli aerostati” (Collana Amazzoni, 2021, pp. 115, euro 16, nella traduzione di Federica Di Lella) è l’ultimo libro di Amélie Nothomb pubblicato dalla casa editrice Voland. Mai metamorfosi fu descritta e personificata profondamente come in questo romanzo. La trama esordisce quasi in sordina, con la descrizione delle piccole beghe universitarie che vive Ange, che si estendono anche nell’alloggio dove vive con la coinquilina, di cui è costretta a sopportare le insane fissazioni.
La storia
Bistrattata dai compagni di corso per la sua mente superiore e sensibile, decide di trovare un’occupazione che le permetta di ossigenare la mente; e così accetta di aiutare Pie, il diciassettenne dislessico, con un padre che lo spia attraverso un vetro dal suo studio e una madre idiota e incapace. Pie, come Ange è una di quelle menti superiori che riescono ad arrivare all’essenza, non accettano la mediocrità ma anelano alla libertà del loro divagare. Ange consiglia la lettura di testi classici, che hanno un ruolo fondamentale nella vita di Pie – tanto da guarirlo dalla dislessia ma che, allo stesso tempo, accrescono il divario con i suoi male assortiti genitori. Pie è fuoco e mente, un attento osservatore in grado di percepire qualsiasi mutamento di Ange, che a sua volta alimenta il suo intelletto fino a folgorarlo con la lettura de La Metamorfosi.
Esiste la salvezza?
Tutto sembra avvolto dalla patina della normalità, la realtà descritta è spesso grottesca e subdola ma, al tempo stesso, la consuetudine – che ne ha occultato i lati oscuri – la rende ovvia. La descrizione dei personaggi non fa sconti riguardo ai loro intelletti, la fisicità passa in secondo piano e sono i loro dialoghi, soprattutto interiori, che la scrittrice accentua. Il linguaggio spesso fa riferimenti alla letteratura dei grandi titoli, puntualmente menzionati. Il classico tocco noir della Nothomb giunge alla fine, come cronaca di una morte annunciata, uno sparo a ciel sereno che cambierà il destino di tutti, generando nel lettore una tacita domanda: esiste, infine, la salvezza?
Marisa Padula