Brancale e Costantino: Due è meglio di uno
Questo carteggio è la storia di un’amicizia. Attraversandolo, entriamo in contatto con la reciprocità di due anime che si cercano, si toccano e si stringono per diventare e rappresentare, l’una per l’altra, la luce del domani. Abbiamo sempre bisogno di uno spiraglio per sconfinare la costante infelicità delle nostre vite che ruotano perlopiù intorno al dolore, in memoria delle cose passate.
Domenico Brancale e Jonny Costantino sono due uomini che vivono di un indispensabile legame di fratellanza. Entrambi mostrano come, da luoghi lontani, sia viva e necessaria la ricerca della metà, dell’amico con cui condividere i pensieri, i sogni, le pene e la solitudine. Un fratello che, nonostante l’appartenenza a un cammino diverso, riesce a sentire “nel proprio sangue l’esistenza dell’altro” fino quasi a negare se stesso. La disperazione dell’io diventa la speranza del noi.
Questi pensieri nascono da luoghi di pace, isolati, in cui i due uomini si perdono. Ad esempio la vicinanza al mare, che si impossessa di tutto ciò che ci appartiene per poi restituircelo dandoci la possibilità di rigenerarci e ricominciare, per arrivare ad una mutazione, a un cambiamento che ci allontana solo da una parte di noi stessi, e alla leggerezza che da esso deriva. Ogni momento e ogni luogo rappresentano una rinascita. Attraverso le esperienze di grandi artisti del passato, quali poeti, pittori, filosofi si diramano le tematiche fondamentali dell’esistenza. L’amore da cui ci lasciamo distruggere fino a morirne, seppur restando vivi. L’insoddisfazione innata dell’uomo, l’eterna attesa, il riconoscimento e l’accettazione di noi stessi. La ricerca della donna riconducibile al grembo materno, ma allo stesso tempo la donna vista come sinonimo di bellezza totalizzante in cui l’uomo vuole perdersi e “sfarsi” per cambiare, per modularsi.
La morte, l’imprevedibilità della vita che può finire da un attimo all’altro per colpa non del destino, che non esiste, ma del carattere che ci spinge a compiere alcune scelte e non altre. Infine, ma forse più importante del resto, la felicità. Quella che ci permette di uscire dagli schemi sociali, di scrivere e creare, di essere outlaw. La felicità come obiettivo sempre alto da raggiungere, come una promessa da mantenere verso noi stessi.
Due fascicoli. Una raccolta di sedici lettere di Domenico Brancale, poeta lucano (Sant’Arcangelo, 1976) a Jonny Costantino, scritte nell’arco di 7 anni e da posti disparati, da Policoro a Parigi, dalla Germania alla Calabria, da Venezia a Istanbul. Mal di luce, di Jonny Costantino, saggista e filmmaker calabrese (1976), “conati di lettere mai spedite” a Domenico Brancale. Conati di parole, non datate, che ci proiettano in immagini costruite attraverso meravigliosi meccanismi di stoicismo e di bellezza. (Prova d’artista, Venezia).
Due più una
Quali sembianze assume
il volto di una donna
tra il riverbero
dei vostri pensieri.
Dove si insinua
la mia aurea stanca
tra le rocce delle vostre
solitudini.
Cambiano
e le forme
e le voci
e i colori.
L’anima è una.
Riflessi reciproci di luce.
Una è la vita
e la morte.
I sogni cadono
dagli occhi.
I disegni dalle mani
La luce è troppo alta
chiedo di abbassarla.
Rimango al buio e vi guardo
da lontano.
Vi stringo nel corpo
vacante.
Non ho niente,
solo parole.
Marianna Zito
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