“Altre Terre”, l’esordio di Giovanni Covone
Giovanni Covone, professore associato di astrofisica e cosmologia presso l’università Federico II di Napoli prova a dare un senso a tutte le notti trascorse con gli amici sul tetto di un palazzo a guardare le stelle e le comete, come quella famosa del 1997 la Hale-Bopp visibile a occhio nudo per più di un anno e a tutte quelle domeniche sere quando su Italia uno trasmettevano X Files, era più o meno lo stesso periodo della cometa.
“Altre Terre. Viaggio allo scoperta di pianeti extrasolari “(HarperCollins, pp. 336, euro 14.50) – questo è il titolo del suo primo libro – racconta, a chi come me è profano e ignorante in materia (sono stato rimandato in geografia astronomica al liceo) cosa sono i pianeti extrasolari; quanto essi siano, nonostante gli anni luce di distanza, molto più vicini di quanto si potesse immaginare; come altre forme di vita probabilmente esistano, magari non proprio come le immaginiamo noi e quanto la Terra sia solo un puntino nello spazio infinito tra infiniti puntini.
“Altre Terre” è un mondo che va ben oltre la via lattea. Racconta perché quando siamo sul ciglio della strada a guardare in alto, oltre la luna, il nostro satellite, più a destra dopo quel puntino rosso che è Marte e contiamo le stelle, milioni di milioni , così tante da perdere il conto e ricominciare, mentre immaginiamo, fantastichiamo, ipotizziamo mondi e civiltà.
Facciamo tutto questo perché siamo esseri umani. “Non leggiamo e scriviamo poesie perché è carino. Noi leggiamo e scriviamo poesie perché siamo membri della razza umana”. Cerchiamo altro oltre noi stessi, per capirci. Siamo pieni di passione.
Conoscere ciò che siamo fuori per imparare come siamo fatti dentro.
Questo saggio si interroga sull’universo, il cielo, le stelle e i pianeti tutti perché si interroga sulla nostra voglia di conoscenza, sul desiderio di immortalità che è insito in ognuno di noi. È un racconto di vita, di tante vite, come quella di Giovanni, studente universitario prima professore poi, quella del suo mentore, degli allievi, dei dottorandi e di noi tutti.
È la storia di quello che interessa veramente a Giovanni e quello che ti interessa è l’unica cosa per cui valga la pena spendere la propria esistenza, se poi riesci anche ad appassionare e incuriosire gli altri, a stuzzicare le corde interiori di altre anime vogliose il gioco è fatto e in questo il professore Covone è un maestro.
Chi siamo stati? Chi saremo domani? Avremo ancora un pianeta abitabile o mille pianeti da abitare?
“Altre Terre” non risponde a queste domande, non vuole. Non ha questo come scopo ultimo. “Altre Terre” ci racconta come da sempre e per sempre l’uomo si interroga su se stesso, cerca un pianeta per ritrovarsi, cerca il proprio pianeta.
È la storia di eroi e antieroi, di chi è riuscito a conquistare un traguardo e di chi è arrivato invece a un passo dalla meta. È la storia di un gioco di squadra, ci sono i numeri dieci, i Maradona e ci sono gli Oriali, i mediani. Quelli che hanno studiato una vita intera per poi fallire secondo alcuni, costruire mattoni secondo altri.
La nostra storia iniziata miliardi di anni fa è fatta di tanti piccoli passi, mattoncini messi uno dopo l’altro e Giovanni Covone da vero appassionato prova a raccontarli, a ricostruire il percorso. Con la stessa passione scrive del successo e del fallimento, descrive l’entusiasmo della scoperta e la frustrazione dell’errore. Lo scienziato e il millantatore, il pianeta e il bagliore.
Con un linguaggio mai accademico, quasi narrativo, “Altre Terre” racconta agli uomini di altri uomini, della nostra fortuna, del caso, della coincidenza, della potenza e della distanza citando e menzionando misure che non riusciamo nemmeno a visualizzare.
Parla del potere dell’immaginazione, della sua forza, della sua energia, e di quanto questa sia il vero motore della nostra conoscenza , senza la quale ci staremmo ancora chiedendo se la Terra è al centro dell’universo.
Antonio Conte