AL TEATRO FLAIANO DI ROMA “LO STRANO CASO DEL DR JEKYLL E MR HYDE”
In scena al Teatro Flaiano di Roma dal 21 Febbraio al 10 Marzo uno dei più grandi classici della letteratura fantastica di tutti i tempi “Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde” di Stevenson, diretto e interpretato da Gennaro Ducilli (Dr. Jekyll e Mr. Hyde) con un cast di 15 bravissimi attori della compagnia “Teatro della Luce e dell’Ombra“.
Gli spettatori vengono portati indietro nel tempo nella lontana Londra del 1886, grazie alle scenografie di Sergio Gotti e ai costumi di alta Sartoria Teatrale di Ines Delle Vedove e Luana Borro. Tutta la scena ha un ritmo mozzafiato e alquanto inquietante nella sua magnificenza ed è ricca di suspense, aiutata dalla colonna sonora di Giulio Duccilli. Ha una trama allo stesso tempo accattivante e drammatica; ciò che il pubblico prova è sì suspense ma, addentrandosi nel vivo della scena in profondità, giace una serissima riflessione intorno al potere delle forze irrazionali sugli individui, con un preciso nucleo tematico: lo sdoppiamento di personalità. Il bene e il male. Il buono e il cattivo. Come se insieme non potessero vivere ma fossero due modalità o scelte distinte dell’essere. Jekyll riuscirà a vedere la sua parte oscura grazie alla scoperta della pozione che lo trasformerà in Hyde, l’uomo “senza filtri”, la parte di sé che ha soppresso per via della convivenza sociale; in termini psicologici, la parte cattiva di sé è tutto ciò che il “Super-io” ci vieta. Nella prima delle sue trasformazioni Jekyll attraversa sofferenze che sfociano in una resurrezione e, con il gesto di allargare le braccia, si scopre Hyde. Ciò che vede allo specchio non gli comunica estraneità ma sente come un ritrovamento, come se gli fosse grato per la completezza che gli restituisce. Hyde provoca, in chi lo incontra, uno stupore che nessuno riesce a descrivere: ” Non è facile da descrivere. C’è qualcosa che non quadra nel suo aspetto, qualcosa di sgradevole. Non ho mai visto un uomo che mi ripugnasse tanto, senza saperne la ragione. Non so che dire, mi arrendo; non sono in grado di descriverlo”. Hyde è “Es”, l’uomo allo stato di natura, che obbedisce alla legge elementare della lotta per la sopravvivenza ed è esentato dall’esercizio di controllo e repressione cui è costretto l’uomo sociale. Il male, se lasciato al suo stato brado, ci sovrasta.
È da notare la bravura degli attori, poiché ogni personaggio mostrerà anche solo per un attimo, il suo doppio, la maschera celata del quotidiano. Il protagonista assume le sembianze dell’uno (Jekyll) e dell’altro (Hyde) con ardita maestria. La scena è divisa in tre parti: la casa di Jekyll, la strada e il laboratorio, luogo in cui il personaggio principale miscelerà liquidi colorati e li berrà veramente, lasciando gli spettatori estasiati.
Sara Abbatiello