UNO NESSUNO CENTOMILA al Cineteatro Impero di Trani
Il 30 gennaio al Cineteatro Impero di Trani è cominciata la rassegna teatrale “Il teatro è casa mia” che è il filo conduttore della stagione teatrale 2018 della Città di Trani, organizzata da Teatro Pubblico Pugliese e dal Comune di Trani e che ci dà la possibilità di assistere al grande ritorno dei classici. “La ricorrenza pirandelliana – spiega l’assessore alla cultura Felice Di Lernia – ha contribuito a mettere in movimento una più generale voglia di classici, ha reso ancora più evidente il diffuso sentirne la mancanza. Ma il teatro, come la vita, è anche continua trasformazione e dunque tornano i classici, ma senza rinunciare a qualche esperimento”.
Con UNO NESSUNO CENTOMILA si è voluto dare omaggio a Luigi Pirandello, attraverso l’adattamento teatrale del più celebre dei suoi romanzi quello che sintetizza meglio il pensiero di uno dei più grandi drammaturghi di tutti i tempi, in un allestimento minimale ma mutevole in ogni contesto: la storia di un uomo che sceglie di mettere in discussione la propria vita, a partire da un dettaglio minimo, insignificante. Il pretesto è un appunto, un’osservazione banale che viene dall’esterno e i dubbi di un’esistenza si dipanano intorno a un particolare del suo aspetto fisico. Le cento maschere della quotidianità lasciano il posto alla ricerca del sé autentico, vero, profondo. L’ironia della scrittura rende la situazione paradossale, grottesca e ne accentua gli equivoci. E tra tormentati stati d’animo e l’irrequietezza che contraddistingue l’uomo di tutti i tempi, un poliedrico Enrico Lo Verso interpreta magistralmente – in un testo unico in forma di monologo – un contemporaneo Vitangelo Moscarda “l’uomo senza tempo” e tutti i personaggi dell’opera, dalla signorina Annarosa alla moglie opportunista.
L’adattamento e la regia sono di Alessandra Pizzi, che all’inizio dello spettacolo ha precisato che dopo più di 250 repliche dallo scorso anno – a Trani per la seconda volta – il teatro è ancora gremito di gente. E in un momento storico come questo, dove la cultura viene spesso sovrastata d tutt’altro è una grande e bella soddisfazione.
Annarita Amoruso