“UN INTERVENTO” IN PRIMA NAZIONALE AL TEATRO FILODRAMMATICI DI MILANO
A Milano debutta al Teatro Filodrammatici in prima nazionale il testo del giovane drammaturgo inglese Mike Bartlett, dal titolo “Un intervento” (titolo originale “An intervention“) con la regia di Fabrizio Arcuri e la traduzione di Jacopo Gassmann.
Cinque quadri che vedono come protagonisti A e B, uomo e donna, nel loro rapporto d’amicizia e confidenza, che trova uno punto di divergenza importante a causa di “un intervento”: quello delle truppe inglesi in Medio Oriente, di una guerra che per A non ha senso e per B è l’unica soluzione. Ma, partendo da questa scissione di opinioni, si diramano altri contrasti nel rapporto tra i due: B ha una relazione che A ritiene che non possa durare e A ha problemi di alcolismo.
“I bambini hanno migliori amici, ma noi…”
A e B delineano quella che è la natura dei rapporti interpersonali tra persone che fanno scelte diverse, dettate da idee diverse e che portano inevitabilmente a voler convincere l’uno degli errori dell’altro, ottenendo l’effetto opposto. E questo sapendo che sussiste, spesso e volentieri, quel “meccanismo di conferma” che porta l’essere umano ad avvicinarsi e a frequentare chi segue le stesse idee. La differenza di opinioni tra i due personaggi porta in ogni quadro al rinnovo del loro conflitto, specialmente per A, che non riesce a capacitarsi della diversità che è in B, nonostante lo conosca da anni. Emerge inesorabile il tema legato all’idealizzazione dell’altro, alla convinzione di conoscerlo veramente e a non arrendersi invece alla realtà dei fatti, che rivela la delusione delle aspettative. B cerca di affrontare il dilemma della scelta tra un rapporto basato sulla verità e uno sulla semplicità, ripiegando su quello che implica il minor sforzo. Ma sarà davvero la scelta giusta?
“Io aspetto il ritorno del vero te.”
Nonostante gli scontri verbali, i due finiscono sempre per ritrovarsi, sempre con le stesse diversità, ma uniti forse proprio da quel qualcosa che li pone a confronto, che li fa uscire dal loro guscio. Il tema della guerra, su cui viene posto particolare accento nel secondo quadro – con una scenografia particolarmente feroce – è il tema dal quale poi si diramano anche le altre “guerre”, quelle interiori, pur facendo altrettanto perno sulle provocazioni.
Due ore che scorrono via, con due attori straordinari, Gabriele Benedetti e Rita Maffei, che si rivolgono sempre al pubblico nei loro dialoghi e monologhi con i loro punti di vista, le loro storie, i loro conflitti e problemi. La regia di Fabrizio Arcuri è scorrevole ed efficace, in ogni quadro si apre e si chiude con uno spazio musicale che porta il cambio di scena, con particolare menzione alla struggente e magnifica versione di “Nothing compares 2 U” di Prince cantata da Jimmy Scott. Sarcastici e ingegnosi i costumi e la scenografia di Luigina Tusini. Argomenti attuali, forti, provocatori, che a spirale portano tutti verso il centro dell’uomo e della sua natura. L’intervento del titolo non è solo quello politico-sociale, ma anche un’azione verso la propria vita, che spesso invece va a intromettersi nella vita altrui. L’intervento è lo stimolo a reagire e a far scattare la molla del cambiamento.
“La morale della storia è che la vita è molto difficile”.
Assolutamente da non perdere, in scena al Teatro Filodrammatici di Milano fino al 3 febbraio.
Roberta Usardi