“UN FIGLIO PER NEMICO” – IL SALVEMINI DI FILOMENA FANTARELLA
Sapere non sempre equivale a conoscere. Sapere chi era Gaetano Salvemini non ci ha portato a conoscere il motivo della sua forza e della sua determinazione; sappiamo solo che alla fine del XIX secolo si presentava come uno dei più brillanti tra gli intellettuali storici e tra i politici presenti in Italia. Un antifascista di origini pugliesi, che aveva fortemente a cuore la condizione della gente che popolava il meridione e che credeva in modo fermo nella libertà e nella democrazia nella vita di ogni singolo individuo, valori per cui combatté fino alla sua morte, nel 1957.
Dal terremoto che uccise la sua prima famiglia a Messina nel 1908 fino al fascismo che nel 1946 ne distrusse la seconda, con l’uccisione del figliastro Jean, un giovane “determinato e audace”, “Führer della stampa francese” e condannato come traditore della Patria, data la sua posizione di collaborazionista. L’episodio, oltre a riaprire in lui un forte dolore lo allontanerà dall’amata moglie, Fernande Dauriac, femminista, socialista e riformista, ex-moglie dello storiografo Luchaire. La vita di Salvemini è stata sempre un continuo ricominciare e rinunciare, fino agli ultimi anni che lo trovano in una serena solitudine e circondato dai suoi amici più cari.
Filomena Fantarella nel suo saggio “Un figlio per nemico – Gli affetti di Gaetano Salvemini alla prova dei fascismi” (Donzelli Editore 2018, pp. 159, euro 25), attraverso studi minuziosi e lettere inedite, ci racconta il suo privato, la sua parte più intima, il dolore di un padre colpito più e più volte nell’ affetto più grande e al tempo stesso più vulnerabile: i suoi figli. E, mentre i nostri occhi scorrono su queste parole, ci domandiamo quanto sia giusto raccontare, riaprire oggi questo dolore, ma pensiamo anche a quanto, d’altro canto, sia pressoché doveroso lasciar conoscere l’essenza di un uomo, per ciò che egli era realmente, le sue debolezze che, allo stesso tempo, ne costituirono la forza vitale in un’esistenza sempre più ricca di valori etici e morali, per i quali fu pronto a rinunciare a tutto, anche alla sua fedele e amata compagna Fernande.
Marianna Zito