“Un angolo buio” è il nuovo singolo di Chiara Ragnini – L’intervista

Il 26 giugno è uscito “Un angolo buio”, il nuovo singolo di Chiara Ragnini, cantautrice genovese. Il nuovo singolo è tratto da “La Differenza”, il secondo album dell’artista. Al momento Chiara sta lavorando a un EP acustico, dal titolo “Disordine”, la cui uscita è prevista in autunno. Abbiamo intervistato Chiara per andare più a fondo nella sua musica.
Quando, in “Un angolo buio”, canti “siamo schiavi dell’inerzia quotidiana e voltarsi le spalle è così naturale” a cosa ti riferisci?
La frase in questione rispecchia bene l’evoluzione, in negativo, del rapporto che si era venuto a creare con la persona alla quale è dedicata la canzone. Sono quasi certa che la nostra amicizia per tanto tempo sia andata avanti per inerzia: forse, in realtà, non ci si voleva bene sul serio e l’avermi voltato le spalle, in un momento peraltro delicato, nel quale ero in piena ricerca della mia identità musicale, è venuto probabilmente spontaneo.
In “Un angolo buio” mi ha colpito il verso “Ti allontanerò piano come se fossi un ricordo sbagliato” perché ci vedo la capacità di riconoscere che i ricordi non sono mai sbagliati, sono solo ricordi nel bene e nel male, è così?
È così, e sono felice che il messaggio sia arrivato! Alla fine ho fatto tesoro dell’esperienza e ne è nata una canzone, che sarà sempre simbolica di un rapporto ormai passato ma che, appunto, appartiene al passato. Le memorie ci servono per avere sempre ben chiaro chi siamo e a chi affidiamo la nostra fiducia e affetto.
Nel video di “Un angolo buio” l’amicizia è metaforicamente rappresentata da una tigre bianca. Restando sullo stesso piano metaforico, a quale animale assoceresti l’amore e a quale la fiducia?
Per me l’amore potrebbe ben essere rappresentato dal pinguino, fedele e accudente anche nei confronti dei piccoli. La fiducia, invece, me la immagino raffigurata da un gatto: è un animale, come il cane, che si affida completamente all’altro, o all’essere umano, senza volere nulla in cambio e con estremo rispetto, quasi facendo un salto nel buio. Io mi sento sia pinguino che gatto, da sempre.
Nel tuo ultimo disco la title track “La differenza” canti “non aspetto di fare la guerra per gettare le armi per terra” un verso a mio parere molto importante e maturo, qual è stata la genesi di questa canzone?
Questo verso rappresenta bene il mio concetto di rispetto nei confronti dell’altro, amico o amante che sia: prima di far scoppiare una bomba sono sempre pronta a fare un passo indietro. Ho spesso osservato le mie amiche avvicendarsi in rapporti amorosi discutibili e a volte soffocanti: questi hanno ispirato non solo la title track del disco ma anche il primo singolo, “Un colpo di pistola”, che racconta invece di amori malati e violenti, soprattutto psicologicamente.
Stai lavorando a un EP acustico con quattro brani inediti, la scelta acustica è un riavvicinamento al tuo disco d’esordio “Il Giardino di Rose” o un seguito di “The Genoa Session”? E il titolo “Disordine” a cosa si riferisce?
In queste settimane ho pensato molto ad un titolo che fosse ben rappresentativo del momento che sto vivendo: il disordine è ormai una componente fondamentale della mia vita, complice anche l’avere due bimbi in giro per casa! Però dal disordine nascono le idee migliori e personalmente mi ha sempre stimolato. I quattro inediti si avvicineranno alle sonorità de “Il Giardino di Rose” ma solo perché mi stimola molto l’idea di presentarli un una veste molto intima, prima, e nella loro versione definitiva, con arrangiamenti electro-pop, in seguito, quando uscirà il nuovo disco l’anno prossimo.
Nel 2021 invece uscirà il tuo terzo album, puoi anticipare già qualcosa sui brani o sul sound?
Il prossimo album conterrà dieci canzoni inedite, fra cui le quattro di “Disordine”, ed il sound sarà vicino a quello de “La Differenza”: l’abito electro-pop mi calza a pennello e non vedo l’ora di cominciare a lavorare agli arrangiamenti. Si parlerà dei sentimenti, in tutte le loro sfaccettature, ma saranno canzoni meno arrabbiate e più serene, sempre grintose e con un bel tiro, come piace a me.
Quando hai iniziato a scrivere canzoni e a capire che avresti intrapreso la carriera musicale?
Scrivo dall’età di 13 anni: per me le canzoni sono sempre state una via di fuga, sia nell’ascolto che nella scrittura. È fondamentale per me incanalare le energie, negative o positive che siano, nella musica: è terapeutico ed esaltante.
Hai in programma dei concerti nei prossimi mesi?
Purtroppo mi manca tantissimo suonare dal vivo: sono ferma da più di un anno perché sono diventata mamma per la seconda volta l’anno scorso, appunto, e avrei tanto voluto tornare sul palco questa estate. Le restrizioni attuali, però, non mi permetterebbero di farlo con la serenità che vorrei: rimandiamo, quindi, gli appuntamenti live al 2021 e non vedo davvero l’ora.
Roberta Usardi
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