“SHINE! Pink Floyd Moon”, quando la danza e il rock si fondono al Teatro Sociale di Como
Sabato 23 novembre è andato in scena al Teatro Sociale di Como “Shine! Pink Floyd Moon”, un balletto di danza moderna eseguito dai giovani e talentuosi danzatori della Compagnia Daniele Cipriani entertainment, con la coreografia e regia di Micha van Hoecke e musica dal vivo dei Pink Floyd Legend.
A differenza dei quattro musicisti della band dei Pink Floyd, qui i brani sono eseguiti da sei artisti e tre coriste: le chitarre e le voci di Alessandro Errichetti e Paolo Angioi, la chitarra acustica di Andrea Arnese, il basso e la voce di Fabio Castaldi, la batteria di Emanuele Esposito, la tastiera e voce di Simone Temporali, il sassofono di Michele Leiss e le coriste Martina Pelosi, Sonia Russino e Giorgia Zaccagni. Fedeli agli arrangiamenti degli album, evocano la celestiale Fender Stratocaster di David Gilmour, accompagnati da un romantico sassofono e da una tastiera dai tono gentili ma dall’animo rock. I musicisti sono ben integrati nelle coreografie e coloro che eseguono gli assoli si aggirano per il palco dialogando con i passi di danza dei ballerini. E anche di fronti alle inconvenienze tecniche, gli artisti recuperano con un’esecuzione perfetta, sempre in grado di emozionare. È doveroso elogiare anche l’accompagnamento delle tre coriste, soprattutto nei momenti di assolo.
Le scenografie sono un omaggio agli ultimi grandi concerti dei Pink Floyd in quanto, in un’enorme sfera posta sopra il palco, vengono proiettati una luna o dei video ad arricchirne il significato, in un elaborato gioco di luci e di laser che risaltano i passi dei ballerini. Il risultato è un palcoscenico non dissimile a quello di un grande concerto rock del passato. Ed è proprio sulla luna che sono ambientate le danze, ad evocare le copertine dei dischi dei Floyd. Il protagonista è un uomo di mezza età interpretato da Mattia Tortora, che rappresenta Syd Barret: una sorta di Pierrot Lunaire, la creatura crepuscolare nata dal genio di Arnold Schönberg. Syd Barret, perso tra genialità e follia, ha incontrato nel corso dello spettacolo esseri creati dalla sua mente, ispirati alla Petrushka di Stravinsky e alle maschere della Commedia dell’arte. I creatori dello spettacolo rivelano che l’opera è ispirata a Shine on You Crazy Diamond, con cui i quattro membri dei Pink Floyd hanno omaggiato Barret quando la malattia condusse la sua ragione sulla luna. Non esiste una trama, ma ci sono le canzoni a rappresentare gli istanti, da momenti di solitudini a danze con ballerine vestite di strass. I costumi sono molteplici e vari, contribuiscono nella creazione delle immagini legate all’immaginario dei Pink Floyd, in contrapposizione ai pochi oggetti presenti sulla scena: una sedia da ufficio, un cubo, una palla. Il risultato sono danze surreali, oniriche, che indagano la psiche umana e quella stessa ragione che Syd Barret ha purtroppo perduto. Si tratta dunque di uno spettacolo introspettivo, che ci conduce alla scoperta di noi stessi, oltre che di un grande gruppo musicale.
Gli spettatori, grandi e piccoli, hanno ascoltato le canzoni e assistito alle danze in religioso silenzio: sembravano assorti in una catarsi aristotelica evocata dalle sublimi note di una delle chitarre più celebri della storia del Rock. Il Teatro Sociale di Como ha ricordato all’Italia che il rock non è morto e che i Pink Floyd hanno ancora qualcosa da raccontare.
Valeria Vite
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