“RUY BLAS” AL TEATRO FONTANA DI MILANO
Al Teatro Fontana di Milano è andato in scena dal 25 al 28 ottobre uno spettacolo della compagnia “Il Mulino di Amleto”, dal titolo “Ruy Blas. Quattro quadri sull’identità e sul coraggio”, un adattamento del dramma di Victor Hugo “Ruy Blas”.
Il pubblico non si accomoda in platea, bensì direttamente sul palco, seduto attorno al perimetro di un telo bianco steso per terra. E tra il pubblico sono seduti anche gli attori, in abiti comuni. I quattro quadri dello spettacolo iniziano dopo un prologo che si rivela essere il punto di partenza di un flashback che ricompone i fatti che si andranno a narrare. Intrighi, tradimenti, amori, invidie, combattimenti, giochi di potere si alternano nella storia che vede al centro Ruy Blas, servitore di corte perdutamente innamorato della Regina di Spagna. I primi tre quadri si focalizzano sui personaggi protagonisti degli eventi: Don Sallustio, interpretato da Angelo Maria Tronca, la Regina, interpretata da Barbara Mazzi e lo stesso Ruy Blas, interpretato da Yuri D’Agostino. L’ultimo quadro si ricongiunge con il prologo e conduce verso il drammatico finale. La messa in scena è originale e interessante, già dall’inizio l’azione viene raccontata dalla serva della Regina, come se stesse leggendo il dramma con le azioni che si realizzano davanti a lei, come se le stesse pensando e i pensieri assumessero una forma concreta. Altri momenti dello spettacolo ritornano a questa struttura. Il pubblico viene coinvolto più volte, non è solo una cornice, ma parte della corte e testimone degli avvenimenti.
Il cast, formato da Yuri D’Agostino, Francesco Gargiulo, Barbara Mazzi, Anna Montalenti, Alba Maria Porto e Angelo Maria Tronca è in perfetta sintonia; gli attori sono dinamici, fluidi nella complessità delle rime, non hanno bisogno di costumi specifici per questa rappresentazione (né se ne sente la mancanza), bastano le intenzioni, la corporeità, la voce. Molto intrigante l’idea dei rumori al microfono in tempo reale e della musica dal vivo di un flauto traverso, suonato da Anna Montalenti, ad accompagnare alcuni momenti della storia. La storia di Ruy Blas appassiona, trasporta e accompagna lo spettatore nella sua dimensione, grazie alla vicinanza tra attori e spettatori, alle immagini di uno schermo a specchio verticale e all’efficace e coraggiosa regia di Marco Lorenzi. Uno spettacolo che spero possa tornare a calcare le scene milanesi. Intanto attendiamo dalla stessa compagnia l’arrivo di “Platonov” in programma dal 6 al 18 novembre sempre al Teatro Fontana.
Roberta Usardi