REf19 -“The Night Writer. Giornale Notturno”: Jan Fabre a Roma
“La bellezza, persino quando crea confusione ed è sovversiva, arreca sempre un messaggio di riconciliazione”
Lunghissimi gli applausi per Lino Musella che grazie al Romaeuropa Festival arriva finalmente a Roma – al Teatro Vascello fino al 13 ottobre – con “The Night Writer. Giornale notturno” il lavoro autobiografico dell’artista belga Jan Fabre.
Abbiamo parlato e sentito parlare molto di questa apologia della solitudine, scritta da Fabre nei suoi quaderni – ora con un inchiostro blu ora con il sangue – nelle notti insonni dove la sigaretta tra le labbra veniva fumata, baciata, mangiata mentre i suoi pensieri scorrono incessanti, riempiendo pagine e pagine che ardono senza spazio né tempo (La reincarnazione di Dio, L’Angelo della Morte, Io sono un errore, L’imperatore della perdita, Il Re del plagio, Corpo, servo delle mie brame, dimmi…, Io sono sangue, Drugs kept me alive) e divincolandosi tra le memorie dell’infanzia, le perdite, l’arte, la bellezza e sesso.
E questo attraversamento avviene grazie a uno straordinario Lino Musella, vestito di nero su un palcoscenico bianco di cristalli salati e sottilissimi, seduto su una scrivania su cui prendono vita oggetti che, di volta in volta, diventano un tutt’uno con i movimenti dell’attore che piange, ride, urla in un susseguirsi di immagini cangianti. Alle spalle solo la sua ombra, mentre davanti ai nostri occhi si materializzano i richiami delle opere dell’artista. Tutto si crea e tutto si distrugge.
“Fabre è un regista che utilizza una direzione forte, devi stare sul pezzo, perché chiede sempre di più. Lo spettacolo è semplicissimo, quasi un reading: sono seduto tutto il tempo, è una vera e propria drammaturgia, un ritratto d’artista. Si parla di una parte della sua vita, quando non aveva ancora raggiunto il successo, quindi ci sono anche i suoi fallimenti e sentimenti umani molto forti, come l’amore per il fratello perduto o quello per i genitori. E c’è questa grande ambizione, questo desiderio di portare le sue opere in giro per il mondo” ci racconta Musella in un’intervista (leggi l’intervista)
Una solitudine, un errore, un errare nel mondo e nella mente, gocciolando continuamente sangue, sangue e sperma. Amore, immaginazione e arte sono gli unici strumenti che abbiamo per abbattere il confine tra i vivi e i morti. E Jan Fabre lo sa.
Le opere di Jan Fabre saranno esposte Roma fino al 2 febbraio 2020 nella mostra The Rhythm of the Brain.
Marianna Zito
Foto di Gianluca di Ioia