PRESENT CONTINUOUS: PERCEZIONE E MOVIMENTO

A chi di noi, da adolescenti, non è mai capitato di lasciare la sala cinematografica dove poco prima eravamo stati spettatori partecipi di un bel film western e percorrere i primi dieci minuti della strada verso casa, con la stessa andatura dinoccolata e la mano nervosa verso un’inesistenza fondina, pronti ad estrarre la colt come il protagonista del film e ripetere mentalmente “al cuore, Ramon, al cuore…” Questo ricordo, a molti comune, evidenzia in modo elementare quella tendenza a osservare, accumulare per poi ripetere (o scimmiottare) gesti, movenze, suoni percepiti in un altrove che non ci appartiene.
Present continuous, in inglese viene utilizzato principalmente per descrivere azioni che si verificano nel momento in cui si parla, questa particolare forma verbale dà il tiolo allo spettacolo di Salvo Lombardo andato in scena al Teatro Cantiere Florida di Firenze il 24 maggio con i danzatori Cesare Benedetti, Lucia Cammalleri, Daria Greco e Salvo Lombardo.
L’artista siciliano ama indagare il rapporto tra percezione e movimento, osservazione critica dei gesti quotidiani, registrati dapprima come appunti di lavoro e poi elaborati e sviluppati in sequenze coreografiche di grande effetto e suggestione. Era già accaduto con lo spettacolo Casual Bystanders, accade ora in Present Continuous nel quale l’idea di partenza è una serata in un music club, durante la quale i performer osservano e incamerano una serie di posture, atti motori e modalità relazionali delle persone presenti. Memoria, dunque, percezione e movimento attraverso il fattore che ne determina l’assenza, cioè il tempo. E allora in che modo gli accadimenti, i gesti, le posture possono essere allontanati, modificati o cancellati dal soggetto che li ha percepiti? Oggi noi siamo i componenti di una società che tende a fissare tutto, siamo portati a inchiodare la memoria in un presente senza tempo, immortalando momenti e movenze in un surrogato di realtà che diventa un quotidiano certo senza più memoria e senza finestre sull’avvenire.
La voglia di superare tutto ciò spinge la ricerca di Salvo Lombardo a voler intrecciare con l’ausilio del vissuto dei performer che danno vita allo spettacolo, il dato reale, il presente, con una memoria condivisa che possa aprire ad un divenire. In tal modo la gestualità ripetuta dei performer è come un accumulo di documenti di un comune quotidiano, il cui ripetersi riesce a negoziare il tempo inteso non più nella percezione kantiana di astrazione ma come uso, nella progressione, di un divenire.
Francesco De Masi
Foto Michela Di Savino