“Divinazione e Sincronicità” di Marie-Louise von Franz
Allieva e collaboratrice di Jung, poi docente del C. G. Jung Institut di Zurigo, Marie-Louise von Franz (1915-1998) è stata uno dei maggiori rappresentanti della psicologia analitica del XX secolo. Le lezioni raccolte sotto il titolo “Divinazione e sincronicità”che vengono ora tradotte in italiano da Tlon (Roma, 2019, pp. 180, euro 15), sebbene abbiano intenti divulgativi, restano un testo complesso e ricco di riferimenti a molteplici universi culturali.
Il tema centrale dell’opera è il diverso rapporto fra causalità e sincronicità istituito dalla Rivoluzione scientifica da un lato, e dalla tradizione magico-divinatoria dall’altro. Nel primo caso potremmo dire che se tutti gli eventi causali sono sincronici, non tutti gli eventi sincronici sono causali, e la ricerca delle cause, dai tempi di Bacone, cerca di scremare la sincronia non causale, cioè casuale, da quella causale. Nel secondo caso questa distinzione non è possibile, perché si suppone che tutti gli eventi che accadono in sincronia abbiano rilevanza causale, e quindi devono essere presi in considerazione ai fini della previsione del futuro o divinazione. La von Franz, che come Jung è in aperta polemica col metodo scientifico (e particolarmente con Freud) fa numerosissimi esempi, tratti soprattutto da I Ching e dai Mandala, ma anche dalla fisica quantistica moderna e dal suo nuovo concetto di causalità, per illustrare questo metodo alternativo. A questi esempi si potrebbero aggiungere i classici metodi divinatori esaminati da Cicerone nel De divinatione, come l’appetito o la sua mancanza nei polli sacri dell’antica Roma, che potevano decidere sull’opportunità di iniziare una guerra. Il presupposto della tesi illustrata dalla von Franz è lo stesso della psicologia analitica di Jung. Esiste una matrice spirituale dietro tutti gli accadimenti fisici, un polo di energia che trova la sua massima epifania negli archetipi collettivi e nel simbolismo dei numeri e dei Mandala, entrambi espressione delle manifestazioni temporali dello Spirito. Evitando programmaticamente di riconoscerne l’importanza e il significato, come raccomanda la tradizione scientifica, diventiamo più poveri spiritualmente e sempre più condizionati dal lato materiale della nostra esistenza. Ma in realtà la von Franz ritiene implicitamente che la fisica moderna abbia aperto nuovi orizzonti alla scienza, permettendole il recupero di una tradizione parallela che, a conti fatti, risulta scientifica anch’essa, e anzi più vicina alla ricchezza multiforme della realtà.
La prosa della von Franz è fluida e brillante, e il lettore finisce per esserne incantato. Tuttavia, a una seconda lettura, il contenuto di queste lezioni non appare esente da difficoltà. Nemmeno la divinazione, infatti, prende in considerazione (ciò che del resto sarebbe impossibile) tutti i fatti avvenuti sincronicamente, ma più semplicemente sceglie come fattori di rilevanza causale eventi diversi da quelli che sceglie la scienza “vecchia”, dei quali apparentemente non si vede il collegamento con l’evento che ci interessa. Perché i polli sacri e non le vacche sacre? Perché la fuga dell’Imperatrice della Cina insieme al suo amante e non quella di una concubina con un servitore? Una scrematura e una selezione di eventi si registra in entrambi i casi, ma la scienza “vecchia” offre risultati migliori. Tuttavia, poiché a volte anche il metodo della “nuova” scienza sembra funzionare, può sorgere il dubbio su quale delle due convenga usare. A meno di non pensare, come Feyerabend, che anything goes.
Luciano Albanese