“Obey to black” è il disco d’esordio di Brian Burgan
Si chiama “Obey to black” il disco d’esordio di Brian Burgan, compositore campano, pubblicato lo scorso 28 novembre per Pitch The Noise dopo otto anni di gestazione. Tutti i brani del disco sono stati composti da Brian Burgan tra il 2011 e il 2012.
Nove storie sonore, ognuna con una sua evoluzione, ma andiamo più a fondo di questa opera prima che ha come dominante l’elettronica, ma non solo:
“Ashes” introduce brevemente l’ ascoltatore al viaggio musicale con suoni e rumori che ben fanno “obbedire al nero” come insegna la title track, che segue subito dopo.
“Obey to black” porta suggestioni sonore insieme al ritmo e al pattern di sottofondo, con un beat veloce dal quale emergono vocalizzi e brevissimi cantati, distorti e martellanti e alcuni brevi parlati. Ospiti di questo brano Giorgia d’Eraclea (Georgieness), Giuliana Fioretti (G.Punto).
“Are the stars dying?” crea un’atmosfera tra il dolce e l’amaro, il primo dato dall’armonia dei suoni nella prima parte, il secondo dai rumori di contrasto che si fanno strada nella seconda parte. La voce di Giuliana Fioretti si sente prima in lontananza e poi sempre più forte, in un potente urlo, prima che tutto ritorni alla quiete.
“Not yet” crea un’atmosfera soffusa e arricchita da rumori simili a uno sbarluccichio verso un graduale crescendo, in cui i suoni si fanno più dissonanti e deboli e lasciano sempre più spazio ai rumori.
“Neverending spell” è riconoscibile dal ritmo ipnotico e dalla linea melodica, più definita, che ospita le voci, aggiunte nel 2019, di Francesca Andrisano e Elena Rivoltini.
“Wreck” inizia con la chitarra, un arpeggio, ma è solo l’inizio perché il brano si trasforma presto lasciando spazio al synth che ripete un giro di note con un suono pesante e cupo. Il brano si chiude in modo circolare, quasi come è iniziato.
“Box of memories” ha rumori con un sottofondo dolce di piano che sembra suonato in sordina, l’impressione è di ascoltarlo in un ambiente esterno in cui i ricordi creano il rumore che si ascolta. L’immagine del titolo riesce nel suo intento.
“Esbat” inizia mischiando i rumori in sottofondo, che ricordano le onde del mare, ma la protagonista è l’elettronica, che prende il sopravvento muovendosi dinamicamente per tutto il brano.
“Rekkr” è un viaggio lento e soffuso, un epilogo rilassante e carico di immagini sonore.
“Obey to black” dimostra che non importa quanto tempo ci voglia per pubblicare un disco, importa che ci sia qualcosa da comunicare e che arrivi il momento giusto per farlo uscire.
Roberta Usardi
https://it-it.facebook.com/Brian.Burgan.Music
https://www.instagram.com/bri_bur/