“Nobody” è il singolo di debutto del giovane musicista milanese Carme – L’intervista

Lo scorso 5 giugno è uscito il video di “Nobody”, singolo di debutto di Carme, giovane musicista e compositore milanese. In questo brano hanno suonato: Carme (voce e chitarra), Giorgio Mastrocola (chitarra), Lele Battista (pianoforte), Francesco Campanozzi (basso), Teo Marchese (batteria), Max Lotti (tastiere, programming, chitarre). Abbiamo fatto qualche domanda a Carme per conoscerlo meglio.
“Nobody” è il tuo singolo di debutto, un brano introspettivo e intenso, canti “my only friend now is my mind” e nel ritornello ricorrono domande lecite dopo la fine di una storia, con l’epilogo “love is a waste of time”; le tue canzoni nascono da momenti di incertezza come questo?
Momenti di questo tipo sono spesso il motore che mi spinge a creare. Scrivere canzoni ha per me una funzione catartica, mi aiuta a fare ordine e analizzare il problemi da un punto di vista oggettivo. È un po’ come uscire dal mio corpo e guardarmi attraverso gli occhi di un altro. Il fatto di dover trovare un incastro tra pensieri e musica comporta la necessità di passare molto tempo ad analizzare razionalmente tutto ciò che ti gira per la testa. In questo modo, alla fine del processo, le ansie e le preoccupazioni vengono esaurite, tutto viene sgonfiato e ridimensionato, tutto ti spaventa di meno. Non è sempre così, ma noto che i brani nati da un esigenza di dare sfogo a certi tipi di pensieri hanno sempre un passo in più rispetto a quelli scritti in momenti di calma.
Anche gli altri brani del tuo EP “Goodbyes” sono introspettivi?
Sono stati scritti praticamente tutti nello stesso periodo. Il filo conduttore è certamente la fine di una storia, ma come contorno sono presenti anche altre tematiche. Ci sono riflessioni sul duplice ruolo del tempo, alleato nel processo di eliminazione del dolore ma nemico nella salvaguardia della propria memoria e dei propri ricordi, come anche considerazioni sul futuro e sull’ansia derivata da un bisogno di realizzarsi a tutti i costi. Avendo poi scritto tutte le canzoni molto a caldo ognuna di esse racconta una fase differente di quello che stavo vivendo, dai presagi alla rottura a l’accettazione.
Nel video di “Nobody” ti siedi a cantare e suonare in un montaggio che vede l’arco centrale della stazione centrale di Milano come il tuo centro, come hai scelto questa immagine?
“Nobody” parla di sentirsi soli, incompresi e ignorati durante una situazione di malessere. Io e Pietro Piras, l’amico con cui ho girato il video, abbiamo deciso di rendere questo concetto attraverso la ripresa di Stazione Centrale. Seduto su una sedia praticamente in mezzo alla strada, circondato potenzialmente da centinaia di persone, nessuno fa caso a me. Tutti, a piedi o in mezzo al traffico, sono giustamente presi dalle loro vite, in pochi mi guardano mossi da una superficiale curiosità. Io però continuo a cantare e in fin dei conti forse non mi interessa nemmeno così tanto essere notato. Probabilmente al tempo avevo ingigantito quello che mi era successo, ma era esattamente così che mi sentivo.
La grafica della copertina di “Nobody” ti ritrae con un viso disegnato che ricorda lo stile di Picasso, da dove è emersa questa idea?
Il disegno sulla copertina è in realtà il mio logo. Lo ha realizzato Henry Bahus quando abbiamo gettato le fondamenta del progetto. Lui è il socio che gestisce tutta la parte grafica e ha proprio questo stile di disegno. L’idea della copertina è molto semplice, volevamo integrare quello che era un po’ il simbolo di Carme con la fotografia così da fondere un immaginario più astratto con uno più realistico. Poi il fatto che il mio volto non sia perfettamente riconoscibile avvolge tutto in un certo alone di mistero.
Da dove viene Carme come nome d’arte?
Era arrivato il momento di trovare il fatidico nome d’arte, mi stavo lavando i denti, guardo in basso e in una piccola cesta vedo un vecchio barattolino di burrocacao “CARMEX” di mio nonno colore giallo punk. Tolgo la x e viene fuori Carme che avendo studiato un po’ di latino al liceo ricordavo derivasse da Carmen ovvero canto/poesia. Non c’è molto da dire, è stata una combinazione fulminante e da lì in poi non ho avuto più dubbi.
Hai in previsione l’uscita di un altro singolo?
Posso solo dire che ci sono un sacco di cose nuove pronte.
Come mai hai scelto di cantare in inglese? Hai mai scritto canzoni anche in italiano?
Non è propriamente una scelta. Avendo sempre ascoltato fin da piccolo musica anglofona, tutti i miei riferimenti per quanto riguarda sound ma soprattutto testi sono inglesi e americani. Fino ad ora quindi cantare in inglese è stata la cosa più spontanea che mi è venuta da fare anche perché è una lingua che si presta molto bene al genere di musica che faccio. Purtroppo in Italia quello dell’inglese è ancora un po’ un tabù, ci sono molti artisti validissimi che a causa di questa scelta non riescono ad emergere come meriterebbero. Non escludo però che in futuro mi possa mettere a sperimentare anche con la mia lingua.
Con chi ti piacerebbe dividere il palco durante un concerto
Se posso dare sfogo alle fantasie di quando ero più piccolo un sogno totale sarebbe essere invitato sul palco da Bruce Springsteen o i Pearl Jam in uno dei loro super concerti, magari con Eddie Vedder che mi mette la mano sulla spalla e mi dice di cantare la prima strofa di “Indifference”. Probabilmente però sarei troppo emozionato anche solo per muovermi.
Roberta Usardi
https://www.facebook.com/CARMEOFFICIAL/
https://www.instagram.com/carme.music/