“L’isola del crollo” di Ina Vălčanova
Ina Vălčanova, giornalista e scrittrice bulgara, con “L’isola del crollo” (Voland, Collana Sirin, pp. 208, euro 17, traduzione italiana di Daniela Di Sora), si è aggiudicata il Premio per il romanzo bulgaro contemporaneo e quello europeo per la letteratura.
Non è difficile capire perché.
“La città di Krk è la capitale dell’isola, che pure si chiama Krk. Anche se Miso l’ha chiamata subito l’Isola Krach, l’isola del crollo. Carino, come sempre!”
In queste poche righe c’è tutta Asja, o comunque una buona parte di lei. Ironica, legata a Miso grande, il compagno, e a Miso piccolo, il figlio; un viaggio di oltre un mese su un’isola e il bisogno di solitudine e mettere ordine in testa.
“Io controllo questo mondo, e sono io che l’ho creato.”
E in questa breve riga c’è invece tutta, o comunque molta, Radost. La sua meditazione, l’autocontrollo, l’autodisciplina alla ricerca di un equilibrio sempre precario.
Le due protagoniste del romanzo sono apparentemente molto diverse, eppure accomunate dal bisogno di definirsi solo rispetto a se stesse, a prescindere da uomini, ex mariti, compagni, figli, gatti, case, colleghi di lavoro, oroscopi e Transiti che le circondano e influenzano. Entrambe, a un certo punto, si lasciano guidare da “un irrazionale impulso interiore che porta a un crollo della vita”. Quel tipo di crollo, però, che serve a darci lo slancio e ripartire.
Asja lascia a Sofia compagno e figlio per passare l’estate da sola su un’isola croata, inizialmente ospite dell’ex-marito, padre di suo figlio, e della sua nuova compagna. Dopo vari imprevisti che porteranno ad altrettante impreviste conseguenze, Asja resta sola sull’isola e si sfinisce tra camminate e bagni pur di non pensare a ciò a cui si era ripromessa di pensare. Ma a un certo punto è per lei inevitabile chiedersi: “Posso continuare a vivere in questo modo?” Radost, che ha incontrato tanto tempo fa Asja e in qualche modo ne è rimasta ammaliata, la tiene d’occhio per anni con oroscopi, fattucchiere, pianeti che vagano da tra le stelle e Transiti e la vuole mettere in guardia su un Destino sconvolgente che la aspetta. Ma in questo suo inseguimento, sarà proprio Radost a essere travolta dal suo di Destino, finalmente amandosi un po’ di più.
Ina Vălčanova ci regala pagine profonde nella loro leggerezza, ed estremamente ironiche nella loro serietà. L’autrice definisce con molta precisione le due protagoniste, tanto bislacche quanto irresistibili. Una piccola menzione d’onore va alla postfazione del libro: la ricetta della banica, piatto balcanico. Tanto per ricordarci fino alla fine che spesso le parole, i pensieri, il rimuginare sono di troppo, tocca passare ai fatti. Proprio come Asja e Radost.
Laura Franchi