L’insondabile perfezione di Raul Montanari
“La Perfezione” è l’ultimo romanzo di Raul Montanari (Baldini+Castoldi 2019, pp. 123, euro 15), rappresenta ciò che ogni mente brillante agogna, almeno una volta nella vita. La perfezione è il tutto, in ogni sua sfaccettatura, fino a divenire in alcuni casi un’utopia, una malattia, un danno.
La protagonista dell’intero romanzo è una sola: la Morte che, a più riprese, sembra aleggiare nelle descrizioni che Montanari fa dei luoghi e degli accaduti, svelando a volte la sua crudeltà. Willy l’olandese, Adriana e quell’uomo che torna dopo dieci anni nel suo paese, da cui è fuggito dopo l’incidente in cui è morta tutta la sua famiglia, dove è morto lui stesso, nonostante sembri che stia continuando a vivere. Questi personaggi rappresentano delle mere comparse.
“Lui non aveva paura della morte, non aveva paura di niente. Ecco. […] Lui non temeva la morte e per questo non temeva nulla. La madre di ogni paura non aveva inseminato quel corpo, non l’aveva contaminato. Per questo ne irradiava quella sicurezza concentrata, consapevole; non aveva niente in comune con le maschere fragili e grottesche che la paura aveva disegnato sul volto degli uomini da lei finora incontrati, maschere ringhiose per spaventare il mondo e nascondere la propria angoscia”.
I luoghi dove tutto si svolge sono descritti in modo essenziale, come tutto del resto: piccoli paesi, gente semplice che vive in piccole dimore, il lago oscuro, a ridosso di una montagna, tutto è sinteticamente criptico.La narrazione è essenziale, il contenuto se vogliamo, non sembra avere niente di accattivante, la differenza è soprattutto nella perplessità, nelle riflessioni che affollano la mente del lettore solo alla fine. Il romanzo non è nella descrizione degli accaduti ma è in quello che non è scritto; la storia consiste in ciò che pone la mente di chi, dopo aver letto compie un lavoro introspettivo e frenetico alla ricerca del perché, nel voler trovare una falla alla perfezione, per poterla svelare, abbattere, rendere così umanamente imperfetta. Un romanzo, questo di Raul Montanari, che anela all’infinito.
Marisa Padula