“L’equazione del cuore” di Maurizio De Giovanni
Nessun uomo è un’isola anche se in molti provano a esserlo con tutte le loro forze, credendosi immuni da passioni e sentimenti. Chiudendosi, proteggendosi, facendo in modo che niente e nessuno possa toccarli, scalfirli. Basta un amo, una lenza, un mare in cui specchiarsi e poi i numeri, la matematica, una certa idea di controllare il mondo. Regole, assiomi, postulati.
Massimo, il protagonista dell’ultimo romanzo di Maurizio De Giovanni, tenta come può di non essere sfiorato da fattori esterni, in maniera così forte da risultare quasi sgradevole. Un uomo in pensione, un ex professore di matematica, padre, vedovo, pescatore, un’anima silenziosa che alle parole preferisce i numeri. Una figlia lontana, trasferita al nord. Stai bene? Sto bene. Conversazioni sterili, fugaci, come pezzi di legno che galleggiano in superficie. Una figura particolare che solo gli eventi e un nipotino, un piccolo pesciolino, riporteranno alla vita, controvoglia e giorno dopo giorno.
“L’equazione del cuore” (Mondadori, pp. 252, euro 19), questo è il titolo del libro, ci racconta che siamo tutti collegati. Un ragazzo silenzioso e solitario nel 1928 ha scoperto proprio questo. Due persone, due anime, due mondi che interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non possono più essere descritti come due sistemi distinti ma diventano un unico sistema. Si chiamava Dirac, era un giovane matematico. Nessun uomo è un’isola, nemmeno su un’isola come Procida e Massimo lo scoprirà a sue spese. Petrini Francesco detto Checco, il nipote, gli insegnerà il lento ritorno alla vita. Massimo si troverà a parlare con il bambino, a scoprirsi nonno e capire di più se stesso e la figlia. Dio benedica i nonni, eroi per piccini che diventano grandi e continuano con la memoria a tornare a loro.
Tutto viene mosso sempre dalle passioni, o dall’assenza di esse. Maurizio De Giovanni lo ha sempre messo in chiaro nei suoi romanzi e in questo in particolare dove non ci sono delitti, indagini e poliziotti. “L’equazione del cuore” non è un giallo, non ha misteri da scoprire, eppure porterà Massimo a risolvere molte incognite, tanti problemi irrisolti e troppo spesso dimenticati. Siamo tutti variabili collegate tra di loro. Siamo un unico sistema. Un filo rosso, come di lenza che ci unisce. Sta a noi sbrogliare la matassa, trovare un capo, una coda, un senso. E alla fine si tratta solo di aspettare, come quando un pescatore aspetta un piccolo pesciolino.
Antonio Conte