La vita da Aspie di Clara Osvaldo
Quello che ho tra le mani è un libro che racconta la storia di una ragazza con sindrome di Asperger. Non aspettatevi però un manuale sui disturbi dello spettro autistico, perché chi scrive questo libro non ha intenzione di fare una trattazione sull’argomento, ma vuole solo aprirvi una finestra sul suo mondo, su chi è lo strano e incompreso di turno, su chi lotta ogni giorno per conquistarsi un piccolo spazio tra i “neurotipici”, ma distrugge tutto dopo pochi minuti, su chi si concentra sui dettagli anziché vedere le cose nella loro totalità.
Questa è la storia di Clara Osvaldo che nel suo “Io, me stessa ed Aspie” (Armando Editore 2019, pp. 240, euro 20,00) ricostruisce e analizza in maniera critica i suoi diari, scritti dal 2011 al 2018. Il libro, che si apre con l’introduzione di Irene Mencaglia, vuole essere una sorta di terapia individuale per Clara che, raccontandoci di amori, cambiamenti, lavoro, scontri culturali, dolore e coraggio, arriva alla scoperta di se stessa e della sua capacità di sopravvivere a tutto grazie alla propria immaginazione. Quella che ho avuto modo di conoscere è proprio questa Clara, quella delle mille sconfitte che la portano a piangere per giorni interi, ma anche dei suoi importanti successi personali che la spingono a lottare per avere il suo posto nella società che tanto la spaventa. La storia di Clara è voglia di farcela, riemergere dopo aver toccato il fondo più volte, guardarsi dentro e fare i conti con i bambini che eravamo e rassicurarli, se possibile. Clara è la voce delle tante persone con un disturbo dello spettro autistico, soprattutto donne che, invisibili fino a qualche anno fa, ora gridano: “Siamo qui. Siamo qui per restare!”. Consapevole del fatto che la storia più difficile da raccontare è la propria, Clara fa i conti con il suo antagonismo introspettivo e si prepara a vivere il suo Viaggio, quello che ha sognato da piccola e che la porterà ad una nuova consapevolezza psico-fisica che le permetterà di ricominciare a vivere, libera dal macigno che aveva sul cuore, da troppo tempo ormai.
Sara Pizzale