MURAKAMI: TRA SOGNO E MISTERO
È il mistero il filo conduttore del nuovo libro di Haruki Murakami “L’assassinio del Commendatore – Libro Primo” (Einaudi pp..412, euro 20). La storia, per probabili motivi di business, soffre purtroppo di una scelta editoriale deprecabile perché divisa dall’editore in due parti, o meglio due libri, il secondo dei quali è previsto sul mercato italiano per gennaio 2019.
Lodato da tutti per la sua capacità di intuire i segreti dietro i volti delle persone che ritrae, il pittore protagonista del romanzo, è un personaggio schivo, solitario pur tuttavia dotato di un sorprendente talento. Abbandonato dalla moglie innamorata di un altro uomo, lascia la casa e inizia un viaggio dove vita e creatività si riflettono e si sovrappongono in altri due personaggi, da una parte un misterioso e famoso maestro di pittura, padre di un amico che gli ha concesso una sistemazione in una casa in mezzo al bosco e l’altrettanto misterioso, eccentrico e fascinoso vicino di casa, Menshiki che nella lingua giapponese vuol dire privo di colore. Tutte e tre gli uomini si muovono in un universo logico ma incomprensibile: un quadro inquietante di un grande maestro trovato nel sottotetto della casa nel quale è raffigurata una scena misteriosa e apparentemente indecifrabile che trasuda una indicibile maligna violenza, un flebile eppure inconfondibile suono di un campanello nella notte, una casa in mezzo al nulla. Il viaggio del protagonista diventa allora un viaggio mentale, vengono riesumati lontani ricordi, riaffiorano momenti sprofondati nell’oblio. Mistero, ossessione, ricordi, questa la trama di Murakami e del suo nuovo capolavoro, sospeso tra essenza e immaginario, sogno e realtà, alla ricerca, con un cammino a ritroso, dell’essenza del vivere, scavando le fondamenta dell’essere, del bene e del male, dell’amore, della morte, dell’arte e della vita. E se le realtà fosse solo un sogno, breve e fugace come il tempo del vivere?
C’è bisogno di tempo, tempo per capire, tempo perché quel sottile confine percettivo tra realtà e sogno, possa essere superato, tempo sospeso tra atmosfere fantastiche, tempo per scoprire come sopravvivere ai traumi individuali, come la fine di un amore, tempo per ritrovare il proprio orizzonte, tempo per fare tesoro della propria fragilità e diventare ciò che si è, superando la lacerazione del rimpianto per ciò che si è perso, per ciò che più non ci appartiene.
Francesco De Masi