“Diari di viaggio”, l’immensità dei pensieri di Melville
La casa editrice Carta Canta pubblica, in un volume unico, la traduzione completa e integrale – a cura di Andrea Comincini – dei “Diari di viaggio” (2021, pp. 240, euro 17) in cui Herman Melville crea un interessante connubio tra le “descrizioni geografiche e architettoniche” e le emozioni e sensazioni che fuoriescono tra le righe delle parole scritte. Queste pagine riemergono grazie alla passione di Dario Pontuale che, oltre a curare il volume, ne scrive la prefazione, con la voglia e tenacia di ridare luce a questo “patrimonio prezioso”.
I viaggi, nel primo diario, percorrono le acque da New York a Londra, dal 1849 al 1850, e hanno inizio a bordo del rimorchiatore Golia. In queste pagine è raccontata la vita sulla nave in sintonia con le intemperie atmosferiche che invitavano a restare chiusi in cabina a leggere o giocare a carte, e “bere punch a base di whisky”, rum, vino e birra o al contrario, in caso di bel tempo, a ravvivare festosamente il ponte.
“Mentre stavo su uno dei Ponti, di nuovo mi ha catturato il pensiero che si possa scrivere qualcosa di interessante su un triste lunedì di Novembre a Londra…”
Ed ecco che a Londra, Parigi, Brussels, Cologne, Coblenz e altre brevi tappe si visitano Cattedrali, castelli e torri. Si mangia in locande e si va a teatro, nei musei, nei chiostri e nelle cappelle. Fino al ritorno a casa, a New York.
Il secondo diario Melville lo scrisse tra il 1856 e il 1857 nel suo viaggio da New York in Irlanda e poi dall’Inghilterra alla Grecia, fino a Costantinopoli e poi il Cairo, Alessandria e le Piramidi ed ecco Gerusalemme. Dalla Terrasanta ecco poi la bellezza delle città Italiane: Messina, Napoli, Roma, Firenze, Torino e altre ancora.
“Il Colosseo è come una grande conca tra le colline”
Infine, l’ultimo diario, del 1860, è il resoconto del viaggio a bordo della nave Meteor, con alla guida Thomas, fratello di Herman Melville.
Tutto è spiegato nei minimi dettagli, non sfugge nulla ai pensieri e alla penna di Melville di questi innumerevoli passi tra queste infinite strade immortali e ricche di bellezza, ma anche di malinconia e solitudini.
Marianna Zito