Il nuovo singolo “Mamma!”, scritto durante il lockdown, e i prossimi progetti – Intervista a Giulia Mei
Giulia Mei, cantautrice palermitana, è tornata con il nuovo singolo “Mamma!” (Snowball Music Group) uscito lo scorso 7 aprile. Una canzone scritta interamente dall’artista e prodotta insieme a Vittorio Di Matteo e Dheli. Giulia Mei è diplomata al Conservatorio di Palermo in pianoforte e svolge l’attività di insegnante dal 2012. Nel 2016 vede la luce il suo EP “Pianopiano” e nel 2019 il primo album “Diventeremo adulti”, finalista alle Targhe Tenco 2019 nella categoria “Miglior album esordiente”. Abbiamo fatto qualche domanda a Giulia per conoscerla meglio.
“Mamma!” è il tuo nuovo singolo, quando l’hai composto e come mai hai scelto di enfatizzare il titolo con il punto esclamativo?
L’ho scritta durante il primo lockdown. Mi trovavo a Palermo e improvvisamente ho sentito il bisogno di buttar giù qualcosa che potesse raccontare quello che stavo vivendo, come a voler esorcizzare in questo modo tutta la rabbia e il senso di impotenza che sentivo, io come penso molti altri in quel momento. La scelta del punto esclamativo é arrivata quasi spontaneamente, mi piaceva pensare al titolo come una sorta di manifesto, uno slogan liberatorio da urlare a squarciagola per scrollarsi di dosso tutti i mali, o almeno provarci.
Il singolo “Mamma!” parla della situazione di oggi in modo ironico, ma vede al centro del ritornello la figura materna. Alla fine del ritornello canti “però penso sempre a te”: quanto pensi che la mamma possa influire su alcuni comportamenti?
In generale penso che le figure genitoriali possano influire molto nella vita dei figli, a volte anche in maniera tragica. Quando siamo molto piccoli ogni cosa che vediamo e viviamo ci si imprime addosso inevitabilmente e da adulti portiamo con noi il bello e spesso il brutto della nostra infanzia. La figura della madre poi, specialmente in Italia, é sempre stata un’icona: “la mamma é sempre la mamma”, visione da un lato tenera ma dall’altro grottesca e pericolosa, che vede uomini e donne adulti e fatti cercare sempre l’approvazione della madre fino a mettere in discussione la propria stessa vita, i propri sogni e il proprio avvenire. A questo modo un po’ retrò, seppur ancora molto in voga, di intendere i rapporti con le figure genitoriali, io faccio il verso ironicamente nel ritornello del brano.
Il videoclip del singolo uscirà il 21 aprile, puoi svelarci qualcosa in anteprima?
È un video semplice e complesso allo stesso tempo, che gioca molto sulla potenza delle immagini e sui colori. Come il brano, anche il video é a tratti provocatorio.Volevo, come nel brano, raccontare qualcosa che potesse lasciare un segno, una piccola traccia su cui riflettere, mantenendo come nel brano una punta di spensieratezza data dal ritmo del pezzo ma anche una punta di amarezza, raccontata per l’umanità attraverso gli occhi dell’umanità. Il resto lo vedrete presto!
La copertina di “Mamma!” ricorda la crocifissione, rappresenta il verso “il posto fisso vicino al crocifisso”?
La copertina sta a simboleggiare tutti i crocifissi dell’umanità, rappresentati attraverso il crocifisso dei crocifissi, o almeno attraverso un richiamo a lui. Ho voluto infatti semplicemente inserire dei simboli che potessero ricordare l’iconografia cristiana, senza però esagerare o andare a scomodare troppo la religione. Perché qui non si parla di dei, si parla di esseri umani, medici, farmacisti e operai che ogni giorno salgono su una croce e non ne scendono quasi mai, non voglio fare somigliare loro a Dio, semmai voglio fare somigliare Dio a loro.
Dopo “Mamma!” quali sono i tuoi progetti?
Al momento sto lavorando alla produzione di nuova musica, che spero di pubblicare presto. In arrivo anche nuova date che, periodo storico permettendo, dovrebbero arrivare questa estate. Non vedo l’ora di tornare a suonare dal vivo.
Con quale musica sei cresciuta e quale musica ascolti adesso?
Sono nata ascoltando tonnellate di musica classica e in particolare ascoltando l’Opera (ricordo che avevo una cassetta de “La Bohème” di Puccini, e cantavo in salotto sognando di essere Mimí). La mia infanzia é stata accompagnata anche da tanta musica leggera italiana ascoltata dalla bellissima voce di mio padre e dallo stereo della nostra vecchia Ford Focus. A 10 anni ho scoperto i cantautori italiani anni 70/80, la musica francese e il folk inglese, che hanno ispirato tantissimo la mia scrittura. Poi nell’adolescenza sono arrivati il rock e il jazz. Oggi ascolto, oltre ai cantautori vecchi e nuovi italiani e d’oltreoceano, tanta musica sperimentale ed elettronica.
Hai vinto l’ottava edizione del concorso “Genova per voi” come miglior autrice, vincendo il contratto editoriale con la Universal Music Publishing Ricordi, quali brani hai presentato?
Ho partecipato con un brano dal titolo “S. Rosalia” e dedicato alla città dove sono nata e dove ho abitato per 25 anni, Palermo. Ho voluto raccontare la malinconia di chi la ama ma non può più viverla, parallelamente alla storia di un amore a distanza, il mio, tra la paura di perdersi e la voglia di ritrovarsi. Sarà stata forse l’autenticità dei sentimenti in gioco in questo pezzo ad aver convinto “Universal Music Publishing”, che ringrazio ancora per questa bellissima opportunità. Il brano verrà pubblicato prossimamente e spero di farvelo ascoltare prestissimo.
Roberta Usardi
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