Piero Pelù con il “Benvenuto al mondo tour” è più che benvenuto a Milano
“Libera / libera la tua mente / prima che si liberi di te / libera / sopra quei giganti / con quei sogni sulla faccia”
Martedì 19 novembre ha fatto tappa all’Alcatraz di Milano Piero Pelù con il suo “Benvenuto al mondo tour” partito lo scorso 13 novembre a Roma e che si concluderà venerdì 22 a Firenze.
Un concerto imperdibile per i fans del rocker toscano, che si conferma grandioso ed energico sul palco per uno show di circa due ore presentando una folta scaletta di successi. Ma andiamo con ordine: sono quasi le 21:25 quando le luci dell’Alcatraz si abbassano e parte l’inizio di “Picnic all’inferno” il nuovo singolo di Piero Pelù con il forte messaggio ambientalista sottolineato anche dalla voce di Greta Thunberg “you are never too small to make a difference” (non sei mai troppo piccolo per fare la differenza) “you have ignored us in the past and you will ignore us again” (ci avete ignorato in passato e lo farete ancora), un inizio di forte impatto che riconferma l’interesse dell’artista ai temi di attualità, come ha già fatto più volte in passato: “Picnic all’inferno / mangio plastica e cemento / siamo carne per avvoltoi / e gira e gira siamo sempre noi / picnic all’inferno / siamo cotti a fuoco lento / siamo nudi e siamo armati / siamo quelli che si sono alzati”.
A seguire il ritmo di altre tre hit trascinanti una dopo l’altra: “Tribù”, “Bomba Boomerang”, “Mille uragani” e “Sto rock”, che vede i fans in delirio e un Pelù in splendida forma che con la sua immensa presenza e voce riempie tutto il palco e mostra tutta la sua innata abilità a tenerlo in pugno. Lo sfondo è semplice, formato da pannelli sui quali sono proiettati a volte spezzoni dei video dei brani in esecuzione e altre volte immagini o simboli, come il famigerato “cornucuore”. Tappa imprescindibile è dentro ai Litfiba, a partire da “La preda”, brano contenuto nell’album “Desaparecido” datato 1985 ad altre canzoni che hanno segnato la storia del rock italiano degli anni ’90 come “El diablo”, “Gioconda”, “Fata Morgana”,“Lacio drom” e “Regina di cuori” tutte cantate a squarciagola dal pubblico, un coro potente che Pelù ascoltava e incitava.
L’artista ha messo in scaletta anche brani più lenti, tra cui uno in particolare, che ha voluto dedicare a chi è stato ucciso per mano di mafiosi e camorristi, con tanto di immagini di tali persone con date di nascita e prematura morte, tra i quali figuravano Carlo Alberto Dalla Chiesa, Peppino Impastato, Don Pino Puglisi, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino; il brano si chiama “Fiorirà” contenuto nell’album “In faccia” del 2008: “tutti i fiori tagliati / nella tela del ragno / sui monti e sulle cote / e fare finta di niente / fare finta che tutto può cambiare”.
Tanta energia e divertimento, ma la vera ragione che ha riunito artista e spettatori al concerto è la venerazione della “Dea Musica” ed è con questa asserzione che Pelù introduce il brano, splendido, tratto dall’album “Soggetti smarriti” del 2004, la rappresentazione di ciò a cui un musicista o un cantante è devoto e di cui si fa genuino portavoce: “dea dea musica / la mia cura e compagna fantastica / mi dai gioia, amore, accarezzi la mia solitudine”.
Il coinvolgimento da parte del pubblico è sempre alle stelle e Piero Pelù lo abbraccia e lo accoglie a ogni canzone, gioca con i fans ed è un tutt’uno con i Bandidos, la straordinaria band che lo accompagna in tour ed è formata da: Giacomo (James) Castellano alla chitarra, Luca Martelli alla batteria e ai cori e Dado Neri al basso.
Gran finale con un’ultima scarica di adrenalina, quella di “Toro Loco”; al pubblico ancora esultante viene concesso il bis di “Picnic all’inferno” a chiudere il giro (o il girone?) del concerto, almeno fino alla prossima data, che tutti già aspettano con trepidazione.
“Ci scambiamo energie speciali / e richiami / per creare correnti ascensionali. / Come quei due amanti / che Dante fa girare in eterno / ci cerchiamo tra mille uragani”
Roberta Usardi