“GIOCANDO CON ORLANDO – ASSOLO” CON STEFANO ACCORSI AL TEATRO FRANCO PARENTI DI MILANO
Dal 12 al 17 febbraio è andato in scena al Teatro Franco Parenti di Milano “Giocando con Orlando – Assolo” con Stefano Accorsi, con sottotitolo “Tracce, memorie, letture da Orlando furioso di Ludovico Ariosto secondo Marco Baliani”, che ha curato l’adattamento del testo e la regia.
“Le
donne, i cavallier, l’arme, gli amori,
le cortesie, l’audaci imprese io canto”
Il titolo, che usa il verbo “giocare”, ben identifica quello che succederà: il gioco tra i versi in ottave dell’Ariosto e le “intrusioni”, ironiche e piacevolissime, a far da commento di quando in quando, sempre rigorosamente in rima. Una prova d’attore non indifferente quella che ha intrapreso Stefano Accorsi, “quasi per caso”, dal momento che lo spettacolo nacque ben 8 anni fa con anche l’attrice francese Nina Savary e successivamente in una versione, sempre a due, con lo stesso Baliani, fino ad arrivare alla versione monologo in scena ora. Tutto avvenuto per caso, ma che ha portato l’attore a reggere benissimo sulle sue spalle le avventure di Orlando & Co.
Le scene di Mimmo Paladini sono semplici e d’impatto, pedane a diverse altezza ssono allineate lungo lo spazio scenico mentre sul fondale sagome di cavalli in corsa di diverso colore. Su un lato del palcoscenico, un leggio con il testo di Ariosto, da lì si parte, dai versi scritti che poi prendono forma e corpo. Accorsi, da solo, rende viva ogni immagine, che al pubblico arriva chiara e precisa, vigorosa, con il corpo e la voce, impregnata di energia.
Un’ora e un quarto di certo non basta per raccontare tutta l’opera di Ariosto, ma è sufficiente ad appassionare, per chi se la ricorda così come per chi l’ha dimenticata; è abbastanza per incuriosire, per seguire senza distrarsi, per arrivare esattamente al messaggio di tutto lo spettacolo: incitare a riprendere in mano un testo così importante della letteratura italiana, intramontabile, moderno nonostante la sua lingua, non meno avvincente, anche se in versi, di un romanzo contemporaneo. La follia, l’amore, l’istinto maschile (ironicamente evidenziato più volte, suscitando gustose risate), la rivalità, la ricerca, la sofferenza, la rabbia sono tutti temi che parlano dell’uomo e suscitano interesse sempre, in qualsiasi epoca si svolgano, in qualsiasi lingua. Quando poi tali avventure vengono portate al pubblico nel modo giusto, lasciano una traccia, un segno che, usciti da teatro, rimane.
La regia di Marco Baliani, unita alla bravura di Stefano Accorsi, – ha permesso tutto questo.
Da vedere.
Roberta Usardi