“Dizionario acquatico felliniano” di Massimo Baroni
![](https://www.modulazionitemporali.it/wp-content/uploads/2024/01/cover-fellini-660x400.jpg)
“A me il mare m’attira, sento una voce, fin da bambino”
Da un’attenta lettura dei film di Federico Fellini, Massimo Baroni si sofferma su un elemento ricorrente – dai primi lavori fino agli ultimi – che non è mai stato studiato, né messo in evidenza, l’acqua, e ne propone un’analisi approfondita nel suo volume “Dizionario acquatico felliniano” (Oligo, 2023, pp. 240, euro 18).
L’acqua è presente (e onnipresente) innumerevoli volte sia fisicamente sia attraverso riferimenti e soluzioni, “rappresentando la vitalità o l’inconscio, la gioia o l’angoscia del futuro, il bacino fecondo dal quale scaturiscono visioni oppure una sorta di lugubre trama sottile che si posa sulle cose e sulle persone”. È “una grande e infaticabile liquida presenza quella che invade i primi film del regista, sia i lungometraggi, da Luci del varietà fino a La dolce vita, che i mediometraggi, come Un’agenzia matrimoniale e Le tentazioni del dottor Antonio”.
L’interrogativo di Massimo Baroni è se Fellini avesse fino in fondo la consapevolezza di questa presenza costante nelle sue opere o se l’inserimento di questo elemento nasceva direttamente dal suo inconscio, come un “elemento vivo che scava storie, intrecci relazioni di cui non siamo consapevoli”. Dunque la sua analisi – tenendo a mente anche la figura di Carl Gustav Jung, fondamentale nella stesura cinematografica del regista – parte da un insieme di situazioni presenti nei vari film in grado di portare in luce nuovi significati o riferimenti diretti (pensiamo subito alle fontane, al mare, ai fiumi…) o indiretti e l’evoluzione degli stessi all’interno della filmografia felliniana.
Marianna Zito