Cristiano Turrini e il nuovo singolo “Kuala Lumpur” – L’intervista
Dal 24 agosto è disponibile in rotazione radiofonica “Kuala Lumpur”, il nuovo singolo di Cristiano Turrini, premiato lo scorso 22 agosto come vincitore del contest di Radio Deejay Deejay On Stage. Cristiano Turrini, classe ‘89, è un cantautore e un doppiatore romano e in occasione di questa nuova uscita gli abbiamo fatto qualche domanda per conoscerlo meglio.
“Kuala Lumpur” il tuo ultimo singolo, è un brano intenso che parla di un amore che, nonostante la distanza sembra non trovare pace, in questa canzone non funziona il famoso detto “lontano dagli occhi, lontano dal cuore”, come la vedi dall’interno?
È un cliché il discorso dell’amore che non riesce andare via dalla testa, ho voluto raccontare qualcosa di molto semplice che è successo a tutti almeno una volta nella vita proiettandola in un posto dall’altra parte del mondo rispetto a Roma: altro suono, altro cibo. Nonostante si stia dall’altra parte del mondo l’ossessione verso l’amore purtroppo ce l’abbiamo tutti.
Sei stato a Kuala Lumpur o hai usato questo luogo come parametro di distanza per trasmettere quello che volevi dire?
Non sono mai stato a Kuala Lumpur purtroppo, ma ho pensato che fosse la distanza più adatta, è nato tutto per caso, grazie a un video di YouTube dove ho visto immagini di Kuala Lumpur e della Malesia e da lì ho deciso di raccontare questa storia, non cito praticamente nulla del posto, proprio perché non lo conosco.
Il videoclip di “Kuala Lumpur” è ricco di immagini del luogo, che penso vogliano esaltare ancora di più il messaggio, come è emersa questa idea?
Abbiamo avuto la fortuna di avere un bravissimo videomaker americano che ci ha dato le immagini in 4k della Malesia e in particolare di Kuala Lumpur, che abbiamo poi mixato con le mie scene. Andare a Kuala Lumpur è senz’altro uno dei miei prossimi impegni!
Il sound del brano è etnico e ospita la citazione di “Me gustas tu” di Manu Chao, come hai sentito o trovato questa ispirazione?
Ci siamo permessi in fase di arrangiamento di aggiungere una piccola citazione nel finale, è venuta da sè, ero in studio a registrare e mentre partiva la parte finale del brano ho sentito che entrava bene la sua canzone e ho inserito il rimando alla fine, tutto qua.
La copertina di “Kuala Lumpur” è ricca di geometrie, in particolare mi ha colpito il sole in mezzo alle due torri con all’interno la scimmia in primo piano, mi racconti come è nata questa idea grafica?
Devo tutto alla mia produzione che si è impegnata a trovare una copertina adatta e particolare, ci siamo fatti ispirare dalle torri, dagli animali, da tutto ciò che è l’ambiente della Malesia, io ho solo dato l’ok al bellissimo lavoro che è stato fatto dopo una serie di proposte, la copertina scelta non è scontata, e allo stesso tempo è semplice, con dei colori che mi piacciono molto.
Ascoltando “Nutella sul pane” ho notato che è all’esatto opposto di “Kuala Lumpur” come tema e come sonorità, a quale appartieni di più?
Sono due momenti diversi dell’amore raccontati in modo diverso, semplice, il meno banale possibile. Entrambi sono parte del mio percorso artistico, anche negli altri brani parto da strutture elettriche che poi si trasforma in un sound più elettronico, ho sperimentato molto e mi sono divertito a inserire le mie capacità tecniche dovute allo studio del canto; anche nella scrittura mi sono evoluto e ultimamente sto provando gioia nel cambiare, nello scrivere semplice e anche nel cantare semplice, anche se i miei schizzi tecnici ogni tanto li metto, amo cantare da tanto, a volte se sei troppo articolato rischi di risultare antipatico e difficile da comprendere. Da “Kuala Lumpur” in poi con la mia etichetta ci siamo soffermati su dei suoni e su un mondo musicale molto preciso, abbiamo trovato la strada giusta proprio adesso grazie a questa storia e ho già altri brani pronti che hanno questo tipo sound, anche se inevitabilmente è diverso perché non può tornare sempre al suono orientale, sto scrivendo altre cose, quindi sarebbe scontato ricadere in quello che è già stato fatto.
Ci sarà un tuo album a breve?
Spero di sì, sto lavorando molto in studio, stiamo scrivendo delle nuove tracce e l’idea è di far uscire prima della prossima estate, intorno a marzo/aprile, un album per poi cantarlo in giro durante il periodo estivo.
Non hai in mente di fare qualche esibizione live in questo periodo?
Spero di organizzare qualcosa in questo periodo, anche se è complicato perché avendo solo sei singoli non posso fare un concerto. Preferirei fare un concerto mio preparando 10-11 brani e proporre tutta la mia musica invece di includere sempre delle cover, ora potrei fare dei piccoli showcase.
Se potessi scegliere un artista con cui duettare nel tuo primo album, chi sceglieresti?
Ce ne sono tanti che stimo, ma rimanendo in Italia un duetto con Gaia lo farei volentieri, la stimo molto, ha una bellissima voce, mi piacciono i testi che scrive, potrebbe uscire una bella cosa.
E come voce maschile?
Diodato, ho avuto modo di incontrarlo e di essere con lui in alcune occasioni ed è fortissimo.
Tu sei anche un doppiatore, hai studiato recitazione, quanto pensi che abbia influito sulla tua formazione artistica?
Mi sono voluto completare, è una cosa che mi è sempre piaciuta fin da piccolo. Anche se parallelamente sto seguendo la carriera musicale, credo che l’arte sia a tutto tondo, quindi scrivo quello che scrivo anche per le mie esperienze e per tutto quello che ho studiato, mi ha arricchito tantissimo, tutt’ora sto facendo dei lavori di questo tipo. Se non sei un super super artista vivere di musica è complicato, per questo ho anche l’insegnamento del canto e i turni di doppiaggio a sostegno del mio lavoro di cantautore.
Hai mai calcato il palco di un teatro come attore?
Da giovane ho fatto un paio di musical, uno della Disney, “Hercules”, una cosa molto piccola, e poi ne ho scritto uno insieme a due colleghi con anche tutte le canzoni, è stato molto divertente metterlo in scena.
Con “Kuala Lumpur” hai vinto Deejay on Stage, che tipo di esperienza è stata per te?
È stata una grandissima emozione, è banale dire che è stato bello, ma l’emozione che mi porto più nel cuore è l’orgoglio di aver presentato un mio brano: cantare il mio brano davanti a duemila/tremila persone, sentirmi giudicato da professionisti del settore radio è stato davvero l’orgoglio più grande, al di là di tutto.
Come ti vedi tra dieci anni?
Innanzitutto mi vedo quarantenne, che già mi spaventa perché non mi snto neanche i trent’anni che ho, figuramoci quaranta, però mi vedo con tanta musica alle spalle e magari con qualche sassolino nella scarpa tolto e qualche bella soddisfazione ancora più grande di quella che ho appena vissuto.
Roberta Usardi
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