“Coco Chanel. La biografia” di Henry Gidel
Coco Chanel. Il mito. Cosa sappiamo davvero di questa donna che, a partire dagli anni ’20, cambiò la moda e la percezione della figura femminile? Henry Gidel ne ripercorre la vita nel suo libro “Coco Chanel. La biografia” (pp. 416, euro 29.50), pubblicato in Italia da Lindau nella traduzione di Lucilla Congiu, a 50 anni dalla scomparsa della grande stilista francese.
Gabrielle Chanel è figlia di venditori ambulanti e ben presto, a soli 12 anni, si ritroverà chiusa nel convento di suore di Corrèze a Obazine, ed è già qui che vedrà quei segni che la caratterizzeranno per tutta la vita: Chanel porterà sempre con se questo ricordo e non mancherà mai di riprodurre ciò che vedeva intorno a sé da bambina fino a farli diventare veri e propri simboli iconici. Ed è ancora qui a Obazine che Chanel imparerà a cucire e a cominciare a pensare alle potenzialità di questa arte e a come svilupparle. Olivastra, minuta e di una bellezza particolare, diversa dalle forme generose dell’epoca, originale, indipendente e ribelle, la sua tenacia e la sua determinazione le faranno amare la vita e il mondo, portandola all’apice del successo, trasformandola nell’icona storica della moda del ‘900. Cambia la concezione del corpo femminile, che assume una forma androgina, come la sua, per adagiarlo in abiti comodi e senza limitazioni. La sua firma è su tutto: tailleur, cappelli, accessori, gioielli e profumi. Circondata dall’avanguardia artistica e culturale parigina, compirà man mano la sua ascesa, da poseuse (finta spettatrice) alla Rotonde, dove ebbe subito un grande successo con Qui qu’a vu Coco dans l’Trocadéro, si innalzerà verso l’alta società, grazie all’amica Misia Sert che la condurrà nel suo entourage composto da Djagilev, Picasso, Dalì, Cocteau, Colette, Sergej Lifar, Stravinskij, Reverdy, Radiguet e molti altri. Avrà anche grandi amori come Arthur Capel, il granduca Dmitrij Romanov, il duca di Westminster e il poeta surrealista Pierre Reverdy e conoscerà anche enormi perdite e dolori, che lacereranno il suo animo. Ma si rialzerà sempre. Con tenacia continuerà a lavorare durante la prima guerra mondiale, adattando la moda anche a questa nuova situazione, mentre invece si fermerà all’inizio del secondo conflitto, per poi riaprire a Parigi la Maison al 31 di Rue Cambon, dopo ben 14 anni e ormai ultra settantenne, sorprendendo tutti torna a fiorire prima in America e poi in Europa.
Henry Gidel ci racconta ampiamente e in maniera dettagliata questa esistenza tormentata, che ha conosciuto sì la povertà, ma anche il trionfo, il successo e l’amore. Morirà sola Coco, nella sua camera del Ritz. Ma, alla fine, morire soli non è forse un po’ il destino di tutti?
Marianna Zito