CHIATTAFORMA-UNA FIABA GALLEGGIANTE AL MODUS VERONA
Uno spettacolo per bambini, ma non solo, creato in maniera impeccabile, sia per la recitazione, sia per l’allestimento e l’idea. Meraviglie per narrare incubi, la chiave giusta per far comprendere l’incomprensibile al cuore puro dei bambini. Bambini che, sorprendentemente, divengono protagonisti della storia e vengono chiamati alla partecipazione.
Il Modus di Verona, nato per iniziativa culturale di Andrea Castelletti, tramite campagna di crowfunding e contributi di aziende e sponsor, accoglie un calendario variegato e alternativo, tra cui la rassegna Io pigro, tu emigri, egli emira, che comprende teatro, danza, musica e reading. Come raccontare ad una platea di bambini il fenomeno attuale della migrazione, come spiegare quei barconi di uomini, donne e bambini che tentano di vivere approdando su nuove terre ma per lo più muoiono? La compagnia Matricola Zero, formata da giovani diplomati all’Accademia del Teatro Stabile del Veneto, ci è riuscita perfettamente.
Fin dal principio il fascino e la magia salgono sul palco con una gigantesca Luna che fluttua e dialoga con la Fata della Speranza, Alice Centazzo. È necessario bloccare e redimere i condottieri di una chiatta, Brutto e Tonto, altrettanto bravi Gaetano Tizzano e Alberto Bucco. La scenografia, semplice e minimalista, è creata per essere modificata con eleganza e senza mai pause. Il ritmo degli attori non ha incertezze ed è adeguato alla difficile gestione di una platea di bambini e ragazzi.
La fiaba c’è e narra di questa simpatica fata che può cambiare sembianze e ha il difficile compito di imbarcarsi sulla zattera e tentare di cambiare il corso della storia. C’è il mare e ci sono i migranti che hanno espresso dei desideri pagando i loro aguzzini. C’è il caldo torrido e la fame e c’è un incantesimo per non sentire quel buco allo stomaco. La chiatta arriverà sulla terra e nuovi personaggi aiuteranno la Fata, con cambi di registro artistici che destano stupore e nuova curiosità.
I bambini si trasformano in migranti e sono piccoli pirati impauriti ma coraggiosi, hanno speranza e sogni. Probabilmente sono queste le fiabe che oggi dovremmo raccontare: è finito il tempo di principi azzurri, mele avvelenate e fanciulle spaventate. Ci sono temi forti e pregnanti che rischiano di essere relegati a notizie reiterate e manipolate e si perde di vista la propria umanità. Ma i bambini possono essere il cambiamento, la loro luce e il loro amore hanno la potenza di quel mare e di quel cielo che incorniciano tragedie quotidiane.
Gli interpreti sono notevoli, ironici al punto giusto, voci sicure, comunicativi. Se il pubblico è molto giovane, la capacità di comunicare diviene fondamentale, un mantenimento continuo del livello di attenzione. Un viaggio terribile viene raccontato con poesia e leggerezza, proprio per questo la bravura è indispensabile. Attualmente, nel teatro e nel mondo, c’è l’urgenza necessaria di questo tipo di attori: giovani, trepidanti, sognatori, coraggiosi, in una parola, rivoluzionari. E partire dai bambini è la mossa giusta.
Si dice che l’arte possa cambiare il mondo. Matricola Zero e il loro spettacolo “Chiattaforma-Una fiaba galleggiante” sono un inizio.
La rassegna Io pigro, tu emigri, egli emira, continua al teatro Modus fino al 2 marzo.
Silvia Paganini