Carrozzeria Orfeo e gli “Animali da Bar” al Teatro Elfo Puccini di Milano
“- Cosa la tormenta?
– L’infinito.”
La compagnia Carrozzeria Orfeo torna a Milano al teatro Elfo Puccini con i suoi spettacoli cult “Cous Cous Klan”, “Animali da Bar” e “Thanks for Vaselina”.
La compagnia ha festeggiato 10 anni di carriera e durante questa stagione sono state ben 120 le repliche dei tre spettacoli sopra citati. Uno stile di certo inconfondibile per chi già ha avuto modo di vederli e spiazzante per chi li vede per la prima volta.
Dal 24 al 28 giugno è il turno di “Animali da Bar”: lo spettacolo inizia dalla fine, mentre l’azione si svolge avviene uno stop, come se il pubblico stesse guardando la TV, e scatta il rewind fino alla situazione iniziale della storia. Un flashback dunque. Siamo in un bar, non particolarmente bello, anzi, con arredamento minimal e sgangherato, ma che costituisce il punto di ritrovo, forse addirittura la casa, dei personaggi che lo animano. Swarovski (Paolo Li Volsi) è uno scrittore impegnato a scrivere il suo libro sulla Grande Guerra, Mirka (Beatrice Schiros) è la barista ucraina che ha dato in affitto il suo utero e aspetta il figlio di Colpo di Frusta (Massimiliano Setti), vittima di violenza domestica da parte della moglie, Sciacallo (Pier Luigi Pasino) è un ladro zoppo e bipolare e infine Milo (Gabriele Di Luca), un imprenditore che dirige da solo la società F.F.F.H. (Forever Friend Funeral Home) che si occupa della cremazione di animali di piccola taglia. Una squadra bizzarra che rappresenta una parte di umanità intrisa di amarezza, ironia, sopravvivenza, solitudine e voglia di rivalsa. Il bar fa da contenitore emotivo ai personaggi, è il loro mondo, quello in cui sono finalmente visti e riconosciuti. L’unico “invisibile” è il nonno di Milo (con la voce di Alessandro Haber), di cui Mirka è la badante e che abita un appartamento sopra il bar. Non scende mai e comunica attraverso un altoparlante senza risparmiarsi in giudizi, sentenze e acidità.
“Se ti piaccio, salvami.”
La drammaturgia di Gabriele Di Luca è pungente, a volte estrema, con dialoghi fitti e dal ritmo serrato e un linguaggio che non si risparmia, mostrando le viscere dell’essere umano, diversificate nei singoli personaggi. Un cast ultra collaudato e brillante: Beatrice Schiros, fantastica come sempre, notevole Massimiliano Setti, poi Paolo Li Volsi, Gabriele Di Luca, Pier Luigi Pasino.
La platea a tratti ride, a tratti riflette, sono molti gli spunti che arrivano e che toccano l’umanità a 360 gradi: razzismo, religione, utero in affitto, violenza domestica, malattia psichica, cibo, cultura, linguaggio. Ce n’è per tutti i gusti, senza riserve, senza paura. Carrozzeria Orfeo è una compagnia coraggiosa che è riuscita a costruire una sua personalità, con testi originali, a volte forse con elementi scomodi, ma sempre consapevole della sua strada. E chissà che direzione prenderà in futuro…
Almeno una volta nella vita, alcuni spettacoli vanno visti, e quelli di questa giovane e longeva compagnia sono tra questi.
Roberta Usardi
Foto di scena Laila Pozzo