“A spasso con Daisy” riapre la stagione al Teatro Moderno di Latina
Un’anziana e bisbetica madre, un figlio in carriera premuroso ma preoccupato e anche un po’ esaurito, per via delle continue bizze materne, un autista dal cuore buono che entra pian piano nelle simpatie della signora. Siamo nell’America post-bellica, ad Atlanta, in una storia che inizia nel 1948 e finisce nel 1967. Daisy, la protagonista, interpretata dalla sempre brava Milena Vukotic, attrice cinematografica di chiara fama che ha recitato con registi del calibro di Bunuel, ingiustamente nota al grande pubblico solo per il ruolo di Pina, la moglie di Fantozzi, è un’anziana e agiata signora ebrea che ha distrutto l’ennesima automobile. Il figlio, interpretato dal parimenti convincente Maximilian Nisi, per tutelare la salute sua e degli altri, le impedisce di guidare di nuovo e assume, a sue spese un autista di colore della sua età, portato in scena ottimamente da Salvatore Marino, anche lui noto ai più per alcuni film di successo della commedia degli anni ’80. Tra i due il rapporto si rivela difficile, ma pian piano l’autista saprà, con il suo comportamento irreprensibile, paziente e gentile, conquistare la fiducia della signora, fino a diventarne amico, in un crescendo che raggiunge lo spannung nella commovente scena finale.
Sullo sfondo, il tema del razzismo in America e, sul finire della commedia, il cambiamento portato dal movimento per i diritti civili guidato da Martin Luther King. In maniera leggera e accattivante gli attori, guidati dal capace regista Guglielmo Ferro, tracciano un itinerario sentimentale sull’amore e sull’amicizia, impreziosito dallo spaccato storico-sociale che viene portato in scena. Con delicatezza e una vena di ironia, si vede il rapporto complesso e a volte turbolento, ma sempre molto affettuoso, tra una madre gelosa della sua autonomia ed un figlio preoccupato, ma presente per sua madre in ogni momento e situazione. Il cardine della commedia ruota attorno al bel personaggio dell’autista, con cui l’anziana signora supera le barriere culturali (lui è analfabeta, mentre lei è una maestra in pensione), razziali ed economiche, instaurando un rapporto sempre più autentico e positivo.
In tempi molto grami dal punto di vista sociale e culturale, per non citare per carità di patria l’economia, “A spasso con Daisy” – in scena al Teatro Moderno di Latina fino al 16 ottobre – è una boccata d’ossigeno, perché mostra come la differenza tra le persone la fanno i comportamenti e non le appartenenze. Il messaggio portante della commedia è che gli steccati si possono superare, perché molti si creano dei limiti artificiali nella propria testa con l’obiettivo di stare tranquilli, ma con la controindicazione di rinunciare a vivere, precludendosi così conoscenze ed esperienze. Temi complessi come quelli relazionali vengono trattati in maniera leggera ma profonda, realizzando in tal modo un connubio che riesce bene solo ai registi e agli attori dotati di grande talento. Assolutamente consigliato.
Alessandro De Luca