“Una volta il futuro era migliore. Lezioni per invertire la rotta” di Sabino Cassese
“Mosè sapeva che non avrebbe mai messo il suo piede nella Terra Promessa, ma non smise di camminare e di guidare il suo popolo nella sua direzione.” – Claudio Magris –
Il nuovo libro di Sabino Cassese
È uscito, per la casa editrice Solferino, il libro di Sabino Cassese “Una volta il futuro era migliore. Lezioni per invertire la rotta” (I Solferini, 2021, pp. 112, euro 9,90) che amplia il tema della lectio magistralis alla seconda edizione di The Young Hope: Rinascita Italia, la Scuola dell’associazione Fino a Prova Contraria, tenutasi a Roma dal 2 al 4 ottobre 2020 e pubblicato sul La Lettura del Corriere della Sera il 27 settembre 2020.
Le riflessioni del Giudice emerito della Corte Costituzionale e Professore Ordinario di Diritto Amministrativo Sabino Cassese convergono quindi e si ampliano in questo piccolo volume diviso in tre sezioni: le luci, le ombre e l’incontro tra questi due opposti che, dettagliati dagli avvenimenti storico-sociali ed economico-politici del passato ci portano fino a oggi, a interrogarci sul futuro, nel caso specifico il futuro post-pandemico. Cosa è cambiato rispetto a prima? “Che adesso si sta meglio di prima. Che si prepara, però, un futuro peggiore, nel quale siamo già entrati”, sostiene Cassese.
“Il progresso tecnologico è così rapido da divorare se stesso”
Cassese si sofferma sul cambiamento e sul progresso avvenuti negli ultimi anni, ma non solo. Analizza come l’intera umanità abbia man mano cambiato i metodi di comunicazione tra persone; il passaggio di informazioni, che prima richiedeva molto più tempo e che ora beneficia dell’immediatezza dei media e di Internet; come siano cambiati gli strumenti di scrittura che oggi vedono in prima linea pc e tablet in sostituzione della macchina da scrivere o più semplicemente di carta e penna; e ancora come è cambiato il modo di ascoltare e ottenere musica.
L’analisi di Cassese si sofferma sul cambiamento del panorama mondiale sotto vari punti di vista, traendo man mano diverse conclusioni che vanno a delineare in maniera precisa la situazione attuale. I nostri tempi sono caratterizzati principalmente dall’immediatezza, grazie o a causa di quel progresso tecnologico galoppante che nell’arco di 40 anni ha radicalmente cambiato le nostre vite, non solo singolarmente ma toccando tutta la società: stanno cambiando i mestieri e le professioni, il modo di far politica e il modo di gestire la privacy.
Inoltre, si è man mano creato un sistema di economie comunicanti, grazie alle quali i prodotti sono disponibili su scala mondiale e, ancora, si nota un avvicinamento più economico e meno culturale, tra i vari Stati. Si tratta di accordi legati maggiormente all’economia e alla globalizzazione dei prodotti; status che, creando una rete di intesa economica, ha permesso di sopperire a quelle guerre e a quei conflitti che hanno colpito il mondo nel passato, mantenendo così una sorta di accordo apparentemente pacifico. Sicuramente la qualità della nostra vita rispetto a 70/60 anni fa è notevolmente migliorata. Ma, in realtà, siamo schiavi o padroni di tutto questo? Perché, nonostante questi punti vincenti, l’Italia si trova sempre indietro rispetto agli altri Stati?
L’Istruzione per un futuro migliore
Oggi, a differenza di ciò che accadeva in passato e come predetto da Bill Gates, possiamo fare tutto – anche girare il mondo – solamente stando seduti davanti a un computer connesso a Internet. Ovviamente i ragionamenti per arrivare a questa e ad altre conclusioni sono lunghi e analizzano fasi storico e decisioni politiche ed economico che hanno portato effettivi cambiamenti sociali. E, per riuscire a guardare in faccia quello ci aspetta, è necessario osservare tutto nella sua totalità, “senza fermarsi a un solo indicatore”, per arrivare – come già avevamo visto nella lectio magistralis – a comprendere la chiave salvifica: l’Istruzione, come strumento essenziale per rilanciare l’individualità, ma anche uno Stato più efficiente e soprattutto un progresso civile e una partecipazione democratica. Questo segna un passo importante nella prospettiva di crescita per i giovani verso un lavoro soddisfacente attraverso le attitudini professionali, ma senza tralasciare ciò che presentano e offrono le circostanze e imparando sempre dagli errori; verso una maggiore consapevolezza della realtà; verso un evolversi continuo attraverso discussioni, dibattiti, scambi di idee e apprendimento continuo; e soprattutto verso un’ottimizzazione del tempo e del proprio tenore di vita.
Ma è davvero possibile costruire un futuro migliore? Cassese ci lascia con questa e con altre domande, a cui oggi non sappiamo ancora rispondere. Ci lascia però anche riflettere su spiragli di luce e di speranza, come la capacità che abbiamo avuto e che continueremo ad avere di fiorire e rifiorire più volte, come l’aspettativa di vita sempre più alta. E il consiglio per un Italia migliore è sempre lo stesso: studiare per cambiare il nostro avvenire e quello del nostro Paese, per avere una visione oggettiva delle cose, senza essere ancorati alle tradizioni o al passato e scegliersi sempre un Maestro, “Maestro è chi ci indica un limite e chi sa risvegliare in noi una passione”; partecipare attivamente alla vita della comunità in cui si vive, perché il futuro dipende anche da noi; dobbiamo sempre “coniugare l’utopia con il senso concreto del percorso” perché, anche se non arriviamo al traguardo, è importante intraprendere e far intraprendere la strada giusta, è importante continuare a sognare con coraggio.
Marianna Zito
Foto fonte Fino a Prova Contraria