Un viaggio dantesco multimediale al Teatro Romano di Verona
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“Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l’etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.
Giustizia mosse il mio alto fattore;
fecemi la divina podestate,
la somma sapïenza e ‘l primo amore.
Dinanzi a me non fuor cose create
se non etterne, e io etterno duro.
Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate’.”
Dante Alighieri, Canto III, La Divina Commedia
L’Estate Teatrale Veronese ha ospitato la Prima Nazionale di DanteXperience, un concerto spettacolo per il 700° anniversario dalla morte di Dante Alighieri, con la potenza e la suggestione della Mav Symphony Orchestra Budapest, ideazione, regia e direzione musicale di Vittorio Bresciani.
La serata del 16 luglio, con un cielo ancora plumbeo al termine della pioggia, si è prestata perfettamente al progetto di Bresciani, desiderio non realizzato del compositore Franz Liszt: la sinfonia corale Dante-Symphonie per orchestra e coro, la proiezione di immagini elaborate dalle illustrazioni di Gustave Doré, la recitazione di brani tratti dalla Divina Commedia con Alessandro Preziosi e Zoe Pernici.
Il concerto introduce Tchaikovsky con la Fantasia sinfonica da Dante op. 32, Francesca da Rimini, per proseguire con la Sinfonia dantesca di Liszt: Inferno, Purgatorio e Magnificat. Rivive e risuona il testo del sommo Poeta, vibrano la suggestione e l’atmosfera dei Canti, l’eccitazione sale e la profonda voce recitante di Preziosi introduce ancor più il pubblico nell’onirico e struggente viaggio. Le 60 illustrazioni selezionate del pittore francese sono state trattate (immagini Luca Mirandola, elaborazione grafica 16:9 New Art Photo, animazione Giuseppe Domenichini) per essere più attuali e il risultato cromatico di rosso, oro e nero, viaggia solennemente e con magnetismo sulle note e sulle voci, creando un vortice irresistibile.
La partecipazione di Zoe Pernici, incastonata come un rubino nella parte alta del Teatro, aggiunge profondità ed eleganza, inserendo Francesca e Beatrice.
“Amor, ch’a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m’abbandona”.
L’apice giunge verso il finale con un estasiante Magnificat e il Coro di voci bianche A.LI.VE, diretto da Paolo Facincani che, così come secondo le prescrizioni del compositore, rimane non visibile, aumentando l’effetto di intensità e illusione, fino al massimo della luce e dell’apoteosi.
Silvia Paganini