TRA I DUE LITIGANTI IL TERZO GODE, UN’AUDIZIONE PARTICOLARE AL TRAM DI NAPOLI
“La fregatura è che è sempre un altro che paga” – Daniele Silvestri –
“L’umanità che si misura in oro” – Litfiba –
Vi siete mai trovati a un colloquio di gruppo? A me è capitato una sola volta e lì ho capito che una certa idea di stare al mondo non mi piaceva e semplicemente non faceva per me. Quell’idea per la quale l’importante è raggiungere il proprio scopo, tutto è lecito. Ho capito che del potere dei soldi non me ne importava niente. Ricordo che compito dell’esaminatore era metterci uno contro l’altro per far uscire fuori la nostra parte “migliore”, la voglia di vincere, la sete di potere, il desiderio di riuscire ad ogni costo e con ogni mezzo. E come quella volta anche questa sera al TRAM di Napoli mi sono trovato nel bel mezzo di un colloquio di lavoro.
Costretta a recitare scopro me stessa, 2005 di Antonio Conte
Tre attori, una scrivania, simbolo di potere e gerarchie. Una scenografia asciutta così come la regia di Francesco Toto. Un sacco di soldi in ballo. Non capiamo subito di che lavoro stiamo parlando, però ci mettiamo poco a intuire che puzza di sesso e malaffare, di giochi perversi e prostituzione. “AUDIZIONE”, vincitore del TrentaTram Festival 2018, sembra uno specchio brillante della nostra società. Mi viene da pensare al capitalismo, alla guerra tra i poveri, mai così attuale come in questo periodo. Il sesso di cui è impregnato l’intero spettacolo è un bellissimo pretesto per parlare di potere e dignità. Delle motivazioni che spingono gli aspiranti lavoratori, messi alle strette dall’esaminatore. I due vengono messi l’uno contro l’altro in un gioco al massacro dove non conta più la bravura e le capacità vengono messe in secondo piano. Quello che conta è distruggere l’altro, capire dove è debole per attaccare senza pietà. Da un lato Miguel un padre, Andrea Ferrara, uomo solo che deve crescere il figlio, dall’altro Sarah una ragazza arrabbiata con la vita, gracile e indifesa, Chiara Arrigoni – attrice a autrice dello spettacolo – pronta a cacciare le unghie quando il bastardo capitalista tocca i tasti giusti. Dall’altro lato della scrivania il ricco organizzatore interpretato da Massimo Leone, un vero e proprio bastardo che si diverte e si prende gioco dei malcapitati, bravissimo a far uscire la loro parte peggiore perché i punti deboli, se li conosci, sono come corde di violino che possono farci stridere. Un gioco al massacro dove chi ha bisogno perde e chi sa sfruttare le debolezze vince. Tra i ricchi annoiati che cercano nei giochi mortali stimoli e nuovi spunti e i poveri disposti a tutto, costretti dalle proprie situazioni personali a doversi umiliare; tra queste due categorie ci sono sempre loro, le iene, gli sfruttatori, i colletti bianchi senza scrupoli e senza pietà che sanno da un lato accontentare il potente, dall’altro abbindolare e sfruttare il bisognoso.
Sembrerebbe la messa in scena di un mondo senza speranza. Per fortuna quando l’animale, l’esaminatore esce di scena per un attimo, i due attori si ritrovano a parlare tra di loro, a conoscersi e confrontarsi, a riconoscersi come persone e non come pedine di un gioco senza scampo. Qualcosa succede. E alla fine quando soltanto uno dei due riesce a ottenere il lavoro forse pensi che possa ancora esserci una speranza, che l’umanità non è perduta e possiamo avere fiducia, Non tutto è perduto e possiamo ancora ritrovarci insieme come esseri umani.
Antonio Conte