Tra cosmo e introspezione. L’universo di Alberto Vescovi

Le profonde modifiche che il digitale ha apportato al sistema discografico tutto ci hanno abituati, negli ultimi anni, a pubblicazioni sempre più rivolte alla velocità di ascolto. La release più usata, anzi abusata, è il singolo, spesso a discapito dell’album completo, lavoro che richiede più tempo e più risorse economiche. Se poi parliamo di concept album, il discorso diventa ancora più complesso. Non si cura di tutto questo Alberto Vescovi (che abbiamo avuto il piacere di intervistare qui), pianista milanese che pubblica il concept work “Universe”, composto da due EP, disponibili dallo stesso giorno in streaming e in digitale, e rispettivamente intitolati “Cosmonauta” e “Cinque da Oort”. Le terminologie, tra mito e scienza, esemplificano l’intento del musicista: raccontare un viaggio in un duplice e sconfinato universo: quello che ci circonda e quello che abita dentro di noi. Vescovi, nella complessità di un progetto tanto ambizioso, riesce nell’intento attraverso un tocco pulito, un buon lavoro sulle armonie e una tracklist che si presenta all’ascoltatore come un flusso continuo di note e di pause perfettamente dosate e che cullano dolcemente come in una totale assenza di gravità. Momenti di pace e “perdizione cosmica” che si alternano ad altri nei quali le note disegnano inquietudine, come in Sequenza 2, su tutte. Come nell’animo di ognuno di noi. Un lavoro intenso ed interessante, che può trovare il suo spazio in quello che viene identificato come “pianismo contemporaneo”.
Marta Scaccabarozzi
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