SCANNASURICE incanta il TAU di Rende
Ieri sera, al Teatro Auditorium Unical di Rende, abbiamo assistito a un vero e proprio atto poetico, un equilibrio perfetto di parole e musica, ambientato nei sotterranei di una Napoli lontana nel tempo, con il suo fascino inalterato.
SCANNASURICE di Enzo Moscato con Imma Villa e la regia di Carlo Cerciello – vincitore del Premio della Critica 2015 come Miglior Spettacolo – è un monologo, la manifestazione dell’inconscio nel conscio e già nominando l’inconscio, esso ci diventa noto. E così è stato: siamo tutti i partecipi del viaggio “dentro” che vuole essere Scannasurice. Un viaggio attraverso il tempo, attraverso la storia, nella periferia di una Napoli abbandonata tra le macerie del terremoto del 1980.
Grazie alla straordinaria recitazione di Imma Villa, veniamo trasportati nei Quartieri Spagnoli, insieme a ratti, ubriaconi e femminielli. Gli ultimi, i dimenticati. Imma Villa veste i panni, appunto, del femminiello napoletano, un essere né maschio né femmina. E lo fa egregiamente, utilizzando la parola come strumento per la diffusione di quel messaggio poetico e ancestrale che nasce nell’intenzione di Moscato. In scena, è rappresentato il tentativo quotidiano di districarsi tra ragionamenti tortuosi nati dalla mescolanza di racconti della realtà di strada e della magia delle leggende popolari della tradizione napoletana (magico il riferimento al Monaciello!).
Foto archivio Teatro Auditorium Unical
L’ambientazione scenica, curata da Roberto Crea, cattura l’attenzione e inchioda gli spettatori, cullati dalle musiche originali di Paolo Coletta che, come una ninna nanna, trasportano in quel viaggio immaginario attraverso luoghi magici. Il suono, curato da Hubert Westkemper, riesce a dare alla scena quei giusti momenti di tensione, utilissimi per meglio accogliere le infinite emozioni che Imma Villa, nella sua magistrale interpretazione, riesce a trasmettere.
É surreale Scannasurisce.
E questa sera al TAU di Rende si replica, ore 20.30, 120 posti direttamente sul palco. Impossibile mancare. Perdere questo spettacolo è come decidere di chiudere gli occhi su quel Teatro che è passione e impegno civile.
Letizia Chippari
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