“Quella voce che ruppe il silenzio” – I ragazzi di Roma ci raccontano Peppino Impastato

“Ci sono persone che, per uno strano scherzo della sorte, sono destinate a vivere in eterno, anche se il progetto di una mente malvagia sembrava averle condannate a morire presto e per sempre.”
Questo libro mi ha colpito moltissimo e l’ho letto tutto d’un fiato sotto l’ombrellone, anche se il tema trattato è molto impegnativo. “Quella voce che ruppe il silenzio – dalla parte di Peppino Impastato” (Tlön, pp.112, euro 12) a cura di Dario Amadei e Elena Sbaraglia è il risultato di un laboratorio scolastico a cui hanno partecipato dei ragazzi poco più grandi di me della Scuola Media statale Renato Villoresi e del Liceo Statale Terenzio Mamiani di Roma. Attraverso i loro pensieri e le loro emozioni, hanno voluto celebrare e ricordare – in occasione del quarantesimo anniversario della sua morte – Peppino Impastato, un ragazzo che ha avuto il coraggio di ribellarsi contro la mafia non preoccupandosi delle conseguenze che ci sarebbero state. Il libro nasce dallo studio della vita di Peppino, attivista e giornalista che fondò “Radio Aut” dove denunciava con ironia i mafiosi di Cinisi e raccontava episodi e verità che tutti approvavano segretamente, ma dietro le quali tutti si nascondevano per paura. In quella brutta notte del 9 Maggio del 1978, la mafia uccise Peppino credendo di farlo tacere per sempre, ma ci sono delle voci che rompono il silenzio e che vanno oltre la morte. Peppino con il suo coraggio e la sua onestà è diventato un esempio per tutti quelli che combattono contro la mafia e le ingiustizie.
Questo libro insegna, soprattutto a noi ragazzi, a non avere paura e a non rimanere in silenzio davanti alle ingiustizie e, per questo, ringraziamo Peppino e il suo coraggio.
Aurora Bottiglieri, 11 anni e mezzo
(a cura di Marianna Zito)