PRIMA DI ANDAR VIA al Piccolo Eliseo
Come si reagisce davanti a una morte annunciata? È più importante rispettare chi abbiamo vicino o seguire il nostro istinto? Le risposte non esistono, se non la magra consolazione di voler evitare dolori sbagliati. Ma esistono dolori giusti e dolori sbagliati? Si narra, qui, una morte cara alla letteratura e ai miti: la morte per acqua – l’acqua che è al contempo principio, divenire e fine – che lo spettatore può solamente immaginare o ipotizzare.
La regia di Francesco Frangipane apre al Piccolo Eliseo la scena con una tavola apparecchiata – come negli altri lavori della Trilogia di Mezzanotte scritta da Filippo Gili, a cui PRIMA DI ANDAR VIA appartiene – dove una famiglia vive la quotidianità di una cena tranquilla, fino a quando dal nulla arriva la tragedia, la decisione che cambierà la vita a tutti e il destino di uno di loro.
Un dolore non condivisibile quello di Francesco, interpretato dallo stesso Gili che riesce a cucirsi addosso un dolore inconsolabile che lo lascia annegare, a peso morto, in un fondo depressivo senza aria. Un peso che porta alla lacerazione e all’annullamento di sé dove, alla prospettiva di una salvezza, si sostituisce la scelta irrevocabile di non volere arrendersi a digerire il presente, la vita. Una fuga senza ritorno a creare una sola pace ma a destabilizzarne altre. Forte l’amore incondizionato, ma sarà determinante per la salvezza? Un vis à vis tra tutti i personaggi (Giorgio Colangeli, Michela Martini, Barbara Ronchi, Aurora Peres e Filippo Gili) che, nell’arco di una sola notte, mettono a nudo paure, sentimenti e frustrazioni. Buio, silenzio e battiti accompagnano lo spettatore che rimane inchiodato al proprio posto e ai propri sussulti, dall’inizio alla fine.
Al Piccolo Eliseo di Roma fino a domenica 27 maggio.
Marianna Zito