“Ninnanò” – Il giallo psicologico di Fausto Romano
Lucio Sestri voleva fare il cantautore ma, come solitamente accade, la vita lo ha portato ad aprire una copisteria con il cugino. Si ritrova infine da solo, imprigionato nel negozio, dove scrive al suo idolo Ronny Chanco: gli racconta della sua vita, della sua musica, della moglie più giovane e della scomparsa di sua figlia Marika di cinque anni, sparita nel nulla in una giornata di dicembre, durante una nevicata. La notizia della scomparsa l’ha data, a suo tempo, Angela Vanni una giornalista rampante e stanca delle solite notizie del telegiornale locale, che lo incalza per fargli un’intervista insieme alla moglie riguardo al rapimento della figlia, dato che le indagini della polizia erano a un punto morto e la notizia si stava dissipando in tutti i notiziari. L’intervista avviene nella cameretta di Marika e affianco al suo letto c’è ancora la chitarra per cantare la ninnanò che Lucio ha composto per lei. La giornalista chiede di fargliela ascoltare e di nascosto la registra, mandandola poi in onda durante l’appello: la canzone diventa virale, facendo addirittura passare in secondo piano la scomparsa della bambina.
Con “Ninnanò” (Alter Ego, Collana Spettri, pp. 186, euro 13), Fausto Romano crea un groviglio di situazioni, che appassiona e coinvolge il lettore nella storia, lasciandolo scettico e speranzoso e fino agli ultimi capitoli, quando man mano la vicenda si dipana, svelando tutto. I personaggi sono descritti in modo attento e minuzioso, tanto da sentire addosso le loro angosce e paure. Un giallo psicologico davvero intrigante.
Amanda Duca