“Monster” è il nuovo singolo della cantautrice veneta Normal – L’intervista
Dal 4 settembre è disponibile in radio e su tutte le piattaforme digitali “Monster”, il nuovo singolo di Normal, nome d’arte di Jessica Passilongo, cantautrice veneta, che ha esordito a maggio 2019 con il primo inedito “Uranio”, seguito da “Helium” e Geisha”. Abbiamo fatto qualche domanda all’artista per andare più a fondo nella sua musica.
“Monster” è il tuo nuovo singolo, il quarto inedito di Normal, il secondo in inglese, come è nata la melodia di questo brano, come componi di solito?
Ciò che mi ispira e mi spinge a creare la mia musica è di solito un sentimento forte che mi guida attraverso il processo compositivo e che, come una sorta di “molla”, fa scattare in me la giusta predisposizione mentale. Il sentimento può essere di qualunque tipo e questa “molla” può essere una canzone, un evento o un’emozione che si crea proprio perché mi piace la melodia che sto creando. Comporre per me è un processo di ricerca, fatto di tentativi e che non ha regole fisse. “Monster” nasce da un momento di rabbia, dopo una lite con una persona a me molto cara. Ho usato i sentimenti di frustrazione, ira e amarezza e li ho messi tutti in questa canzone. “Monster” parla di come non mi sentissi capita e della voglia di rivalsa che avevo. Spesso le persone che ti vogliono bene possono nascondere “un mostro”, una parte negativa che inconsapevolmente tenta di distruggerti, pensando di agire per il tuo bene. L’amore che si prova non è mai assoluto, nasconde sempre delle ombre. Credo sia facile combattere con le critiche distruttive degli sconosciuti, ma non lo è quando arrivano da persone a noi vicine. Sta a noi capire che quel mostro non ci deve sopraffare, che tutti possono sbagliare, noi compresi, e accettare anche questa parte delle persone che amiamo. Solo così possiamo perdonare e non farci abbattere. Dal punto di vista tecnico invece “Monster” nasce dall’idea del doppio: inizia infatti con la voce principale sovrapposta ad un’altra più cupa e profonda, mostruosa.
Nel brano la tua voce è doppiata da una voce distorta, è il “Monster” che canti?
La presenza di due voci in Monster rappresenta la battaglia tra le convinzioni positive riguardo noi stessi e “il mostro”, ovvero le idee negative che talvolta gli altri, anche inconsapevolmente, ci insinuano nella mente: il non essere abbastanza, l’essere deboli, non meritare il meglio. Queste idee pian piano si dividono dai nostri pensieri, le cerchiamo di rigettare, anche se ci perseguitano, ed è li che la voce “monster” diventa sdoppiata rispetto alla principale. Tutto poi si sovrappone e diventa intricato, come quando la nostra testa cerca di elaborare troppi pensieri e di sciogliere la matassa. La soluzione del conflitto arriva alla fine del brano con l’improvvisazione vocale che diventa con la tecnologia uno strumento vero e proprio, cioè la chitarra, liberatoria come un grido.
La copertina di “Monster” che lato di te mostra?
La copertina di “Monster”, che ho realizzato con l’aiuto di Omer Turrini, Toys Expression e Andrea Grotti (Creativite) rappresenta il lato più oscuro che ognuno di noi possiede: tutti abbiamo i nostri mostri interiori e possiamo talvolta essere dei mostri per le altre persone, per esempio quando critichiamo gli altri, non capiamo il loro punto di vista ecc. Il trucco molto scuro e il fuoco sicuramente ricordano qualcosa di diabolico, ma al contempo rappresentano anche la parte di me, e di tutti noi, più fiera, quella che non si arrende e che ha il coraggio e la forza di combattere sempre tutti i mostri.
Girerai un video di “Monster”?
Attualmente io e il mio team stiamo valutando l’eventuale uscita di un video. Inizialmente avevo deciso semplicemente di lasciar parlare la canzone, senza associarla ad un videoclip, e di dedicarmi totalmente ai nuovi brani che usciranno, ma “Monster” sta piacendo veramente tantissimo e questa domanda mi viene posta spesso… perciò chi lo sa? Potrebbe uscire presto!
Riscontri delle differenze tra il tuo modo di cantare e comporre in italiano e il tuo modo di cantare e comporre in inglese?
Fin da quando ho iniziato a comporre, l’ho sempre fatto in lingua inglese. Sono sempre stata affascinata dalla musica internazionale e, avendola ascoltata sempre molto, ho assorbito alcuni meccanismi compositivi che rendono la mia musica molto ritmica. L’inglese, essendo appunto una lingua più ritmica, si adatta meglio alle mie melodie. Ho iniziato solo recentemente ad approcciarmi alla scrittura in lingua italiana perché non mi sentivo completa come artista. Sentivo che mancava una parte importante nella mia identità. Penso perciò che continuerò alternando le due lingue, perché non voglio porre limiti alla mia creatività: alcuni brani semplicemente nascono nella mia testa in lingua inglese mentre altri in italiano.
Quali sono i tuoi prossimi progetti in studio e dal vivo?
Tra i miei progetti, a cui sto lavorando molto in questo periodo, c’è quello di finire di creare il mio spettacolo live. Purtroppo il virus ci ha un po’ rallentati ma stiamo ripartendo con ancora più voglia di fare e con nuove idee che non vediamo l’ora di mostrare a chiunque verrà ad ascoltarci. Inoltre sto continuando a scrivere brani nuovi e ne ho alcuni già pronti per la pubblicazione che spero di farvi ascoltare al più presto.
Quali sono i tuoi artisti o vocalist di riferimento?
Una delle artiste che ammiro maggiormente, anche dal punto di vista compositivo, è Sia. Adoro inoltre la vocalità di Beyoncè e Ariana Grande e apprezzo molto anche Billie Eilish e Sabrina Claudio per l’innovazione e la freschezza dei loro brani. Per quanto riguarda il panorama italiano invece, sono cresciuta ascoltando Elisa, Giorgia e i Matia Bazar.
Cosa ti ha dato l’esperienza di corista per Teni Tinks?
Stare sul palco a fianco di un’artista di quel calibro è stata un’esperienza magnifica che mi ha insegnato tantissimo e mi ha arricchita dal punto di vista artistico. Oltre alle sue capacità tecniche e alla perfezione della sua voce in ogni momento, ciò che mi ha colpita è stato il suo amore per la musica che si traduce in una grandissima professionalità. Lei vive e respira musica davvero in ogni momento: vedere come si comporta una vera professionista e vivere quell’esperienza è stato per me un trampolino di lancio mentale che mi ha spinto a dare il massimo e a credere, anche grazie alle sue parole, nelle mie capacità.
Se potessi scegliere, con quale artista ti piacerebbe duettare?
Uno degli artisti del panorama italiano con cui vorrei condividere il palco e duettare è Mahmood, perché ha una voce molto particolare e ha un sound che credo si possa amalgamare bene con il mio. Se dovessi invece pensare a una possibile collaborazione con un artista internazionale sceglierei The Weeknd oppure Khalid: adoro la vocalità e l’originalità di entrambi e credo siano artisti molto innovativi e dotati di una potenza comunicativa enorme.
Roberta Usardi
Fotografia di Elia Pagani
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