“Miti personali”, i racconti di Matteo Marchesini
Con questa piccola raccolta di racconti “Miti personali” (Voland, 2021, pp. 139, euro 13), Matteo Marchesini rielabora in chiave personale dei miti più o meno universalmente conosciuti e ne crea di totalmente “nuovi” sul finire dell’opera. Una premessa appare necessaria: per poter cercare di capire l’opera in questione è necessario documentarsi sui personaggi e sulla storia originale dalla quale il Marchesini ha costruito il suo racconto. Descrivendo topograficamente il libro in questione, l’ordine in cui sono collocati i racconti non sembra casuale: infatti, per primi troviamo i miti classici a cui fanno seguito dei racconti biblici e poi racconti più vicini ai tempi nostri, fino ad arrivare alla quasi contemporaneità con dei personaggi che potrebbero essere l’autore stesso e persone da lui realmente incontrate.
Non è questo un libro che si legge facilmente, sia per le conoscenze storico/letterarie che il nostro autore presuppone esistenti nel lettore, sia per lo stile di scrittura intricato, sia – infine – per gli argomenti trattati. Infatti, su quest’ultimo aspetto il nostro autore sembra voler porre l’accento su disagi psico/fisici, se non patologie mentali, di cui parla diffusamente nella propria opera: si veda ad esempio l’accento che lo stesso autore pone sulla parafilia di Edipo verso la madre, su come ne descrive minuziosamente quei momenti; o come anche, rielaborando il mito di Giobbe in un possibile sequel, il Marchesini dipinga il protagonista come sotto una vera e propria sindrome post traumatica da stress; o infine si veda come descrive Leopardi, che deve rinunciare alla fuga dalla casa paterna per via delle sue precarie condizioni di salute. Un altro leitmotiv dell’opera risulta essere la pubertà, spesso disturbata, poco serena e foriera di traumi in età adulta (si vedano a titolo di esempio i racconti “Il figlio” e “Dio”). Anche la sessualità e l’affettività, altri grandi temi della raccolta, risultano, nei personaggi rielaborati o creati dal Marchesini, immature e tristi.
“Miti personali” parte dalla pregevole idea che porta alla rielaborazione – in maniera intima e personale – di racconti famosi che si rispecchiano in modo crudele nella realtà di oggi.
Matteo Brunini