Mikele Buonocore pubblica l’EP “Sempre cchiù ‘a Sud” – L’intervista
L’8 maggio 2020 è uscito il nuovo lavoro discografico di Mikele Buonocore, dal titolo “Sempre cchiù ‘a Sud”, che contiene sei tracce con l’obiettivo della valorizzazione artistica del sud mediterraneo. Un EP variegato e molto piacevole, che abbiamo ascoltato con interesse; abbiamo fatto qualche domanda all’artista per saperne qualcosa in più.
Ciao Mikele, potresti raccontare, come sono nate le canzoni dell’EP appena uscito?
Le canzoni del mio ultimo EP “Sempe cchiù ‘a Sud” sono nate dall’esigenza di scrivere ciò che avvertivo in un preciso momento della mia vita, per poi confermare il tutto nel riascoltarle in fase di pre produzione e confermare nel momento della pubblicazione. Sono momenti in cui ho cercato di descrivere la rabbia, l’amore, l’angoscia, la speranza, la delusione, la verità, i ricordi il passato , il presente ed il futuro della mia ispirazione e storia artistica.
In “Sempre cchiù a Sud” sono presenti varie sonorità stili, dalla ballata (“Io voglio sulo a te” e “Accussì”) a ritmi trascinanti come la title track e “Povera terra mia”, che ha un tocco di influenza latina; nel complesso si tratta di un lavoro variegato a cui la tua voce si adatta benissimo. I testi in dialetto napoletano esaltano tutto questo, indipendentemente dalla provenienza dell’ascoltatore, fa parte del concetto di “valorizzazione del sud”?
Valorizzazione sia del sud mediterraneo, il sud del mondo (Africa, America latina) e di riconsiderare il movimento e l’atteggiamento dei popoli del sud. In “Sempe cchiù ‘a Sud” con poche parole invito alla ribellione, non affrontando il nemico in una folle guerra ma ricoprendosi degli odori, dei sapori, delle bellezze del sud. Nelle ballate d amore c’è una profonda conoscenza alla classica napoletana sia come stile musicale e sia come struttura del testo rispettando la tradizione e dando degli spunti di modernità.
C’è un brano dell’’EP a cui sei più legato?
Diciamo che per me le canzoni sono dei frame di alcuni momenti della mia vita e dunque sarei affezionato a tutte, ma diciamo che il brano “Io voglio sulo a te” mi ha dato tante soddisfazioni, apprezzamenti dalla critica, e poi è quel brano che non ha bisogno di nulla, chiedi permesso entri, prendi la chitarra e lo canti ed ogni volta è un emozione diversa.
Hai alle spalle anni di carriera e riconoscimenti e di esperienza, come è cambiato artisticamente Mikele Buonocore dagli esordi a oggi?
Ahhh i premi sono belli importanti !Certo! Fanno parte di quei momenti di gloria dove poi dopo hai sempre difficoltà a rimettere in moto tutto, cambiare, evolversi, maturare per sapere di più. Infatti quando sei giovane, pensi di sapere tutto ma poi gli anni passano e capisci che hai ancora tanto da imparare, oggi sono molto cambiato, meno ribelle, più disponibile, più sicuro, molto pacato. Vado nel profondo delle cose e non mi accontento mai, vorrei sempre migliorarmi.
Quali sono stati, negli anni, i tuoi artisti di riferimento?
Amo Roberto Murolo, Sergio bruni, Renato Carosone. Poi è straordinario ciò che Pino Daniele ha fatto per me costruendo nuove strade musicali. Facendo capire ai giovani cantautori che le vie della musica sono infinite e le contaminazioni si possono fare restando sempre legati alla tradizione. Amo la poetica e l’anima mantra di Enzo Gragnaniello. L’aspetto popolare e sentimentale di Carlo Faiello. Le evoluzioni musicali ed i messaggi profondi e sinceri dei 99 posse e Almamegretta. Sono un eterno contaminato .
Hai mai pensato di inserire nei tuoi dischi anche qualche brano in italiano?
Certo nel primo CD “Buoni e Cattivi” c’ era qualche brano in italiano come “Vivo”, ma poi ho deciso di dedicarmi alla ricerca verso la lingua napoletana molto musicale molto internazionale se è fatta bene con le dovute regole. La lingua italiana è molto limitata nel mercato mondiale, quella napoletana può con le dovute sollecitazione ad essere pari all’inglese.
Dal 2019 sei direttore artistico dell’etichetta Evergreen, come sei approdato a questo ruolo?
Sì, è una nuova avventura che affronto con grande piacere e responsabilità insieme al producer Ennio Mirra di future artist. Il ruolo di direttore artistico lo divido con lui, c’è grande sinergia, essendo anche autore dei brani mi dedico anima e corpo agli artisti di Evergreen Musicasenzatempo Vol. 1; noi ci riteniamo un collettivo artistico dove ci si scambiano idee e si rema tutti dalla stessa parte avendo l’obbiettivo comune di valorizzare la musica napoletana con sonorità moderne, digitali, elettronica, perfezionando i testi, il canto, creare una rete di contatti che possano portare a rivalutare tutto ciò. Io mi sono scoperto direttore artistico, non so se sono un buon direttore artistico, questo lo diranno gli artisti dell’ etichetta e la gente che ascolterà i brani.
Una curiosità per finire, come mai hai attuato la modifica del nome da Michele a Mikele?
Mikele è nato per scherzo agli inizi mi sembrava una cosa americana o anglosassone quando da piccolo iniziavo a firmarmi così, poi con l’arrivo dei social e di internet mi sono convinto che era stata una buona scelta digitando il mio nome con la K sui motori di ricerca notavo che subito mi elencava i miei articoli le notizie ecc ecc …e così ho lasciato Mikele Buonocore ed oggi ne sono contento e convinto sempre di più .
Grazie mille a voi per questa bella chiacchierata a presto, Mikele Buonocore.
Roberta Usardi
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